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CALAFATI NEL PORTO
Fotografo: sconosciuto Origine: "Quelli della Gorgona", Editrice Il Golfo - Cortesia di Pietro Berti |
NOTE:
Nel
porto di Camogli, per mancanza di un cantiere navale adeguato, era uso
fare i lavori alla carena mantenendo l'imbarcazione in mare. Ormeggiata saldamente, preventivamente svuotata di tutto quanto era asportabile dal bordo per renderla più leggera, la barca veniva inclinata su una fiancata sin tanto che dall'acqua non spuntasse la chiglia. Dopo di che si provvedeva a raschiare il fasciame, cambiare eventuali corsi ammalorati, calafatare le giunture con stoppa nuova e poi stendere il bitume caldo con grandi pennellesse. Terminata ed asciugata una fiancata, si passava poi all'altra. Tuttavia, ingrandendosi e dotandosi di argani a motore, paranchi, pastecche, scivoli ed invasature idonee, il cantiere "Inferno" venne sempre più utilizzato e la pratica bagnata non si usò più. L'imbarcazione in
foto era il leudo Teresa Madre
matricola SP1034 costruito prob. dai Gotuzzo di Chiavari e di proprietà
di Teresa Stagnaro di Riva Trigoso. In seguito venne posto sotto sequestro e, affidato ad uno Schiappacasse, restò nel porto di Camogli sino ai primi anni '50. Riportato a Riva, affondò poco dopo. |
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