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PORTO DI
CAMOGLI Fotografo: Alberto Guglia - Collezione Giovanni Mibelli Origine: cortesia di Alberto Guglia, Trieste |
NOTE:
Nel
porto di Camogli si fabbricano le nasse per la cattura del pesce che i
pescatori caleranno sul fondale marino in punti determinati. Ogni pescatore aveva i suoi, gelosamente custoditi come le poste dei cercatori di funghi e perciò le trappole non dovevano essere segnalate da galleggianti o simili. Per determinare i punti esatti e ritrovare così le nasse i pescatori usano l'armìa, ovvero traguardano una serie di punti lontani (generalmente tre: un campanile, una secca, una casa) al cui incrocio le nasse vengono calate. Il giorno dopo si procede al loro recupero; il pesce, una volta entrato, non trova più l'uscita rimanendo così intrappolato. A Camogli venivano fabbricati essenzialmente due tipi di nasse: il più comune, in filo di ferro con i nodi in cotone (poi nylon), è quello che si vede in fotografia, dalla forma di una grossa ciambella. Il secondo tipo, più grande, era in fibra vegetale, sempre annodato con cotone: era più grande, ed aveva la forma di una grossa campana. Il primo tipo serviva per tutti i tipi di pesce in generale, mentre il secondo catturava le aragoste. |
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