ARCHIVIO CAMOGLI ANTICA


876.       SAN  FRUTTUOSO     
Autore: Marcello Bozzo         bozzo@agenziabozzo.it
Epoca:
anno 1900 c

Origine: cartolina dell'epoca      -      Fotografo: sconosciuto

NOTE:

Il chiostro dell'Abbazia di San Fruttuoso ai primi del 1900, utilizzato da contadini e pescatori.
 


                    L’ABBAZIA DI SAN FRUTTUOSO: UN PO' DI STORIA

I primi insediamenti a San Fruttuoso vennero creati attorno al II-III secolo d.C. e gli stanziamenti permanenti iniziarono probabilmente nel VI secolo.

La traslazione dalla Spagna dei resti di San Fruttuoso, vescovo di Tarragona (Spagna), martirizzato con i diaconi Eulogio e Augurio nel 259, è avvenuta intorno al 711 a causa dell'invasione della penisola iberica da parte degli Arabi.

Una leggenda la fa risalire all'arrivo del fuggiasco San Prospero, anch'egli vescovo di Tarragona, il quale portava con sé le reliquie del suo predecessore San Fruttuoso.

Attorno a questo primo nucleo di religiosi lentamente si creò una stabile comunità monastica.

Il primitivo nucleo di San Fruttuoso, verosimilmente distrutto dai Saraceni verso l'800, venne ricostruito nel secolo X per volontà dalla regina Adelaide vedova di Ottone I.

Venne realizzato tra il 980 ed il 990 da monaci greci, come testimoniano le vestigia romaniche e l'architettura della primaria torre nolare, tra i più antichi elementi architettonici della Liguria. Fu realizzata su tamburo ottagono con cupola ovale, secondo il canone bizantino.

Un documento del 984 nomina per primo l'Ecclesia S. Fructuosi e dal secolo X in poi il monastero crebbe di fama ed importanza, ricevendo donazioni, possedimenti e privilegi.

L'inizio dei rapporti tra il monastero e la famiglia Doria risale al più tardi nel 1125 con il monaco Martino Doria, fondatore della chiesa di S. Matteo a Genova.

Nel 1289 la comunità monastica è definita come appartenente all'Ordine dei Benedettini i quali la sopraeleveranno di un piano e la terranno fino al 1454.

Nello stesso periodo la Famiglia Doria erige a sue spese un avancorpo a mare con due registri di trifore e monofore in stile gotico con sottostante portico, realizzando nel contempo una camera sepolcrale con l'utilizzo di una cripta dell'Abbazia per le tombe di famiglia.

Nel contempo alla torre bizantina esistente ne venne sovrapposta una nuova in forma ottagonale con lesene a vista.

Vi sono sepolti importanti membri della famiglia posti in otto urne gotiche con arcate a bande bianche e nere rette da colonnine (manufatto del sec. XIII) e precisamente gli Almiranti: Guglielmo Doria e consorte (senza data); Jacopo Doria, 1275; Niccolò Doria, 1276; Ansaldo Doria, 1290, insieme con i figli Oberto e Luchetto; Babilano Doria, 1296; Egidio Doria, 1305, Corradina Doria, 1305.

Nel corso dei due secoli seguenti l'Abbazia assunse grande importanza anche grazie alle numerose donazioni di territori, diritti sui pascoli e della riscossione di decime anche oltre Appennino, benefici che le permisero di diventare ricca ma nel contempo anche una ghiotta preda per i pirati saraceni.

Fu a causa di queste frequenti incursioni che per un lungo periodo i monaci abbandonarono l'Abbazia, che venne occupata dagli "squatters" dell'epoca: gente al bando e senza dimora, pirati, contadini senza terra e pescatori.

Come conseguenza, il declino del potere monastico accrebbe gradualmente l'influenza sul complesso della potente famiglia genovese dei D'Oria.

Infatti il 18 giugno 1544 papa Paolo III concesse il controllo dell'l'Abbazia e del suo contado alla Famiglia Doria, purché a sue spese riportasse l'ordine nel Borgo e ne assumesse l'onere della sua difesa.

L'8 marzo 1551 papa Giulio III°, costituendola in Abbazia Secolare, ne concedeva ufficialmente il giuspatronato all'Ammiraglio Andrea Doria (Oneglia, 1466 - Genova, 1560).

Nel 1560 Andrea Doria morì senza figli. Due anni dopo, nel 1562, i pronipoti Giovanni, Andrea e Pagano eressero, a protezione del Borgo, la grande torre che ancora oggi porta il suo nome e mostra sulla facciata l’aquila imperiale con lo stemma della famiglia Doria.

Ricomincia poi una lenta decadenza, durante la quale il monastero, ormai privo di monaci, è trasformato progressivamente in abitazione di pescatori.

Nel 1860 il complesso abbaziale divenne di piena proprietà dei Doria.

Nel 1883 morì l'ultimo Commendatario e l'abbazia si trasformò in parrocchia.

Nel 1933 lo stato italiano iniziava i lavori di restauro del complesso di San Fruttuoso, riportando alla luce la sua facciata originale, rimasta nascosta da secoli.

Nel 1983 la famiglia Doria Pamphilj donò il Borgo e l'Abbazia di San Fruttuoso, insieme ai suoi 33 ettari di territorio ivi compresa la vicina Cala dell'Oro, al Fondo Ambiente Italiano che, con un lungo ed accurato lavoro di completo restauro, lo riporterà all'antico splendore aprendolo ai numerosi visitatori e turisti.

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Per informazioni e visite:
http://www.fondoambiente.it/beni/abbazia-s-fruttuoso-beni-del-fai.asp

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