Accompagnato
dal suono delle sirene e dalle note della Banda, la statua del Cristo
scende lentamente dalla gru del poderoso pontone, toccando per la prima
volta l'acqua che sarà la sua definitiva dimora sotto lo sguardo
attento delle centinaia di spettatori lì convenuti.
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La Nascita del Cristo degli Abissi
di Giuseppe Moltini, pioniere subacqueo
Nell’estate del 1947 si svolsero i funerali di Dario Gonzatti, perito
tragicamente in un incidente subacqueo sui fondali del promontorio di
Portofino, nelle vicinanze di San Fruttuoso di Camogli. Tra la folla di
amici e conoscenti c’era Duilio Marcante, suo grande amico e compagno di
immersioni; a metà cerimonia funebre Duilio lasciò tutti e andò sulla
riva del mare, indossò l’autorespiratore a ossigeno e le pinne e si
immerse andando a sedersi su uno scoglio sul fondo.
Sostò pensieroso, concentrato sul grande numero di persone che, sul mare
e sotto il mare, vivono operano, lavorano spesso con il rischio della
vita e sul fatto che, fino ad allora, nessun simbolo sacro era stato
deposto sul fondo del mare ed allo scopo di costituire un riferimento a
cui pensare nei momenti di pericolo e negli ultimi istanti della vita; e
gli parve di vedere Cristo che scende negli abissi.
Duilio lasciò maturare ed elaborò questa grande idea nell’ambito
dell’Unione Sportivi Subacquei “Dario Gonzatti” e del Club Giovani
Subacquei del Centro Sportivo di Genova. Poi nel 1952 la espose al suo
amico dottor Giacomino Costa, Presidente del C.S.I. Centro Sportivo
Italiano ed alle Autorità religiose genovesi, tramite le quali fu
ottenuta l’approvazione del Papa, Sua Santità Pio XII, il quale inviò la
Sua particolare benedizione e, come viatico dell’impresa, un suo
medaglione che tutt’ora si vede ai piedi della statua del Redentore, che
da quel giorno venne denominato “Cristo degli Abissi”.
Per iniziativa e con la guida del dottor Costa venne formato un
“Comitato Permanente per la posa della Statua del Cristo degli Abissi”
nelle acque di San Fruttuoso di Camogli, composto da 25 persone con
incarichi operativi ed esecutivi di carattere tecnico, finanziario ed
organizzativo.
Fu incaricato di eseguire l’opera il prof. Guido Galletti, bravissimo
scultore già autore di numerose e pregevoli opere, che lavorò senza
alcun scopo di lucro.
Il materiale scelto fu il bronzo, per il quale venne organizzata a
livello mondiale, fra tutti i subacquei ed i vari enti interessati, una
raccolta di eliche ed altri pezzi da fondere per la Statua.
L’iniziativa ebbe un grande successo: aderirono la Marina Militare,
quella Mercantile e l’Aeronautica, inoltre i sommozzatori militari e
civili, quelli dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della Polizia e
della Guardia di Finanza; infine i Palombari, i Pescatori ed i Subacquei
Sportivi di tutto il mondo. Parteciparono anche Enti Pubblici morali,
Privati e Turistici.
La statua, alta 2,50 metri e pesante 8 quintali, venne scolpita dal
prof. Galletti in gesso, in cera persa e poi fusa in bronzo in una
fonderia artistica di Milano.
Successivamente venne bloccata su di un piedistallo di calcestruzzo a
forma di tronco di piramide, alto 2,50 metri, largo alla base 5 x 5
metri e pesante 80 tonnellate.
Dopo accurate ricerche e studi dei fondali e delle correnti da parte dei
subacquei e di ufficiali della Marina Militare, venne individuato il
sito nella Baia di San Fruttuoso di fronte alla storica Abbazia dei
Doria, a 17 metri di profondità.
Nella stessa calanca, a poca distanza, sono tutt’ora visibili i relitti
metallici della fregata inglese “Croesus”, affondata a
causa di un incendio con 400 soldati diretti in Crimea il 24 aprile
1855; in quell’occasione trovò la morte una coraggiosa ed eroica donna
del luogo, Maria Avegno, che salvò numerosi naufraghi ed alla memoria
della quale fu concessa un’alta onorificenza britannica e murata nel
Borgo una targa a ricordo.
Venne costituito un Comitato d’onore di 45 persone, di cui fu nominato
Presidente il Prof. Paolo Emilio Taviani Ministro della Difesa, che
comprendeva tutte le Autorità e Personalità Civili, Religiose, Militari
e Sportive di Genova e della Provincia. Fu stabilita la data
dell’immersione della Statua: domenica 22 agosto 1954. Alcuni giorni
prima un pontone con la Statua trainato da un grosso rimorchiatore del
porto di Genova si ancorò nel porto di Camogli.
Purtroppo un forte mare di libeccio obbligò a rinviare la cerimonia
dell’immersione per cui il 22 ci si limitò alla benedizione della Statua
ed alla celebrazione di una Messa officiata da un Vescovo Missionario.
Una settimana dopo, il 29 agosto 1954, la chiatta con la Statua giunse
alle ore 9 nella Baia di San Fruttuoso dove si trovavano in attesa un
centinaio di barche e natanti di ogni tipo insieme al pontone “Progresso”
che con la sua imponente gru avrebbe provveduto all’immersione della
Statua.
Il rimorchiatore trainò la chiatta nel raggio di azione della gru, alla
quale con solidi cavi fu assicurata la pesante massa di bronzo e cemento
armato, che poco dopo venne calata col basamento sul pelo dell’acqua,
dando l’impressione a che assisteva alle operazioni di vedere un
monumento sorgere dalle onde.
Verso le ore 11 giungevano nella baia la torpediniera “Sagittario”,
a bordo della quale si trovava l’Ammiraglio De Pace, ed i dragamine
“Faggio” e “Daino” della Marina Militare.
Sulla chiatta ancorata a fianco del “Progresso” prese
posto l’Ammiraglio De Pace con un gruppo di alti Ufficiali, un drappello
di marinai, la Banda della Marina Militare di La Spezia, il Presidente
del Comitato Esecutivo dott. Giacomino Costa ed uno stuolo numeroso di
personalità; tutto intorno una folla di circa tremila persone.
La bellezza del luogo e le note della Banda della Marina hanno reso la
celebrazione del rito oltremodo commovente e suggestiva. Poi la banda ha
intonato l’inno di Mameli e la Statua ha incominciato a scendere
lentamente sott’acqua, mentre un Sacerdote leggeva al microfono la
Preghiera del Marinaio, dalle navi continuava ad arrivare il fischio di
tutte le sirene ed alti getti d’acqua si alzavano verso il cielo dalla
motopompa dei Vigili del Fuoco.
Sotto l’acqua erano schierati in attesa molti sommozzatori militari e
civili.
E mentre la Statua del Cristo scendeva sott’acqua, si vide la Sacra
Testa immergersi, poi riemergere seguendo il modo ondulatorio del mare
quasi per un ultimo saluto, per poi immergersi definitivamente e
scendere fino al fondo.
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