ARCHIVIO NAVI DA GUERRA

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RETE ANTISILURI
1890 c
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Epoca della foto: anno 1900 c Fotografo: sconosciuto

Origine: Archivio

autore: Marcello Bozzo   NOTE:    bozzo@agenziabozzo.it

Quando i primi siluri Whitehead fecero la loro comparsa nel 1873, in tutte le Marine del mondo ci si pose il problema di come difendere le grandi navi da questa minaccia.

All'inizio il siluro tuttavia, data la sua lentezza e la poca autonomia (non oltre i cento metri di corsa) non sembrava granché pericoloso e facilmente neutralizzabile con le armi di bordo a tiro rapido, con le fotocellule e con manovre appropriate.

Dal 1885 tuttavia arrivò la torpediniera, piccola unità veloce capace di lanciare da breve distanza una serie di siluri correnti alla velocità di 30 nodi e caricati con 100 kg di esplosivo. Inoltre, costruire ed armare un'intera flottiglia di siluranti costava molto meno di una sola corazzata.

Al momento del varo della corazzata R
egina Elena, nel 1904, il siluro Hardcastle allora in uso viaggiava sul bersaglio a 33 nodi coprendo una distanza di 6.500 metri.

Il pericolo rappresentato dai siluri non venne comunque mai sottostimato: i progettisti delle grandi navi dotarono le unità di doppio scafo con intercapedine che diventava molto larga tutto intorno ai locali caldaie e motori, e capace di neutralizzarne lo scoppio.

Non rappresentando questo una totale sicurezza, venne trovata una contromisura ancora più efficace che, tuttavia, poteva essere utilizzata solo a nave ferma: la rete metallica antisiluro.

Esperimenti condotti dall'Ammiragliato Britannico nel 1872 provarono l'efficacia dello sbarramento di reti in cavo d'acciaio galvanizzato sospese intorno allo scafo da una serie di bracci lunghi 12 metri e tenute verticali da un contrappeso alla base per tutta l'altezza dell'opera viva e sporgenti sul pelo d'acqua per un minimo di 80 cm.

In seguito vennero realizzati altri tipi di rete (Bullivant, ecc.), più leggeri e resistenti atti a contrastare i più potenti e veloci siluri.

La messa in posizione delle reti, dapprima molto laboriosa e necessitante di ore, divenne in ultimo veloce: per il peso ridotto a c. 100 tonn., l'uso dei verricelli a motore era già operativa dopo cinque minuti.

Non tutte le Marine adottarono le reti antisiluro, e diversi furono gli espedienti per neutralizzarle. La Marina Francese sperimentò siluri a precarica esplosiva che avrebbe dovuto forare la rete e lasciar passare il siluro, ma il rinculo dell'esplosione controllata ne arrestava la corsa; il Giappone pose sull'ogiva del siluro un tronchese che, pur funzionando bene durante la calma delle prove, agli effetti pratici fu un insuccesso.

Pur con tutti i miglioramenti ed i progressi tecnici, per almeno una trentina d'anni la rete fu la miglior difesa possibile contro quest'arma insidiosa.

Infine, poco prima della fine della 1ª Guerra Mondiale, lo sviluppo tecnologico rese inutile la rete: il nuovo siluro, lungo sei - sette metri, dal diametro di 50 cm., potentemente motorizzato ed armato, era ormai inarrestabile.

Prima la Marina Britannica, poi la Tedesca, via via tutte le altre abbandonarono l'uso delle reti antisiluro.

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