ARCHIVIO NAVI A VAPORE


 

1155B.
MANILLA


 
Epoca: anno 1855 Incisore: sconosciuto

Origine: Illustrated London News, 23 giugno 1855

    NOTE

La nave mercantile Manilla durante la Guerra di Crimea in arrivo nella Baia di Balaclava con un incendio a bordo (litografia).

Venne costruita nel 1853 dal cantiere
Mare Charles John & Co., Blackwall & Northfleet, Londra.
Varata nel dicembre 1853.
Tipo nave da carico.
Scafo in ferro.
Stazza lorda 646 tsl.
Stazza netta 503 tsn.
Lunghezza m. 54,30.
Larghezza m. 7,90.
Immersione m. 5,63.

Propulsione: 1 motrice ad azione singola, 2 cilindri con innesto diretto ad un asse / elica.
                      Potenza 60 HP.
                      1 elica.
                      Velocità 9 nodi.
                      Costruzione Day, Summers & Co. Ltd., Southampton, UK.
                      Armamento velico ausiliario a brigantino a palo.

Armatori:

1854, 14 febbraio: Peninsular & Oriental Steam Navigation Company - P&O, Londra.
          Bandiera britannica.
          Nome
Manilla.
          Venne impiegata nei collegamenti fra l'Australia ed i paesi dell'Estremo Oriente.
          Nel 1855 partecipò alla Guerra di Crimea trasportando materiali logistici per la
          Spedizione Britannica. La notte del 31 maggio a Balacava si sviluppò un incendio
          a bordo che venne domato.

1861, gennaio: Gibb, Livingstone & Co., Whampoa, Hong Kong.
          Bandiera britannica.
          Nome invariato.

1861 Il 19 luglio la nave, in viaggio da Hankow diretta a Shanghai, ad 8 miglia dall'isola
         di Starling nel fiume Yang-Tse
si arenò su un basso fondale. Lo scafo si spezzò ed il
         piroscafo affondò, trascinato dalla corrente.

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  LA  SPEDIZIONE  SARDA  IN  CRIMEA  NEL  1855 - 56
               di Cristoforo Manfredi compilata colla scorta dei documenti esistenti
         nell'Archivio del Corpo di Stato Maggiore edito da Voghera Enrico, Roma 1896

«Una bella azione della marina da guerra

Nella notte del 31 maggio gli equipaggi delle regie fregate Carlo Alberto e Costituzione si distinsero nel coadiuvare allo scarico di 960 barili di polvere da un piroscafo inglese su cui si era sviluppato un incendio. I1 salvataggio, come ben si comprende, era pericolosissimo e i nostri marinai si comportarono in modo da meritare l’ammirazione degli alleati.

Il comandante dalla divisione navale, capitano di vascello Di Negro fece al generale La Marmora la seguente relazione del fatto:

«La notte del 31 maggio, alle 1, ant., trovandosi la pirofregata Carlo Alberto alla fonda nella rada di Balaclava, ove pure stavano ancorati vari piroscafi e trasporti inglesi, l’ufficiale di guardia, luogotenente di vascello D’Arminjon, intese colpi ripetuti e accelerati di campana, provenienti da uno dei bastimenti in rada.

«Egli spedì tosto un’imbarcazione per conoscere il motivo di quell'insolito rintocco, e gli venne riferito partire dal piroscafo inglese Manilla per causa di un incendio manifestatosi nel magazzino di prora.

«Il piroscafo aveva in quel luogo una quantità notevole di botti d'olio ed effetti di vestiario, mentre nel magazzino di poppa aveva 960 barili di polvere.

«A questa notizia, si spedirono subito tutte le imbarcazioni del Carlo Alberto, sotto la direzione del capitano di vascello in seconda Riccardi, dei luogotenenti di vascello Martin, D’Arminjon, Arata e del guardiamarina Alizeri.

«Mercé la buona direzione e l’attività dei nostri marinai, secondati dalle buone disposizioni del capitano di quel legno, per vincere l’incendio e costringere il fuoco a rimanere nel limite nel quale s’ era sviluppato, si ottenne in breve tempo di sbarcare i 960 barili di polvere.

«La pirofregata Costituzione, che trovavasi ormeggiata dentro il porto di Balaclava, inviò pure in seguito a mio avviso, le imbarcazioni sotto gli ordini del sottotenente Albini.

«Giunsero anche soccorsi dal porto di Balaclava, avendo fatto inteso dell’accaduto il contrammiraglio direttore dei movimenti di quel porto. Il predetto ufficiale generale apprezzò altamente il servizio reso dagli equipaggi del Carlo Alberto e della Costituzione e, nello stesso giorno, volle manifestarlo con lettera di ringraziamento.

«Gli encomi in essa fatti agli equipaggi della R. Marina sono meritati perché è ad essi dovuto se, nel termine di due ore, vennero sbarcati i 960 barili di polvere, che potevano essere causa di funeste conseguenze anche per gli altri bastimenti che si trovavano in rada».

Il generale La Marmora, venuto a conoscenza del fatto, lo comunicò subito alle truppe del corpo di spedizione con un ordine del giorno in cui, dopo la narrazione, soggiungeva:

«Tale condotta, per parte della nostra Marina, fu altamente apprezzata dal Maresciallo Lord Raglan, dall’ammiraglio inglese Boxer e dal comandante il piroscafo Manilla, signor Mackenzie, i quali si affrettarono a testimoniarne con lettere.

«Un fatto così glorioso per la nostra marina deve essere segnalato al corpo di spedizione di cui essa fa parte, ed io mi ascrivo a dovere di comunicarlo ai militari tutti ai miei ordini affidati, persuaso che, ammirandolo, una nobile emulazione si desterà in voi di non volere, presentandosi l’occasione, restare secondi per operosità, ne per coraggio nell’affrontare il pericolo.»

https://eleaml.altervista.org/ne/stampa/1896-MANFREDI-spedizione-sarda-in-Crimea-1855-2022.html#XIV

ELENCO ALFABETICO PIROSCAFI