La nave mercantile
Manilla durante la
Guerra di Crimea in
arrivo nella Baia di Balaclava con un incendio a bordo (litografia).
Venne costruita nel 1853 dal cantiere
Mare Charles John & Co., Blackwall
& Northfleet,
Londra.
Varata nel dicembre 1853.
Tipo nave da carico.
Scafo in ferro.
Stazza lorda 646 tsl.
Stazza netta 503 tsn.
Lunghezza m. 54,30.
Larghezza m. 7,90.
Immersione m. 5,63.
Propulsione: 1 motrice ad azione singola, 2 cilindri con innesto diretto ad
un asse / elica.
Potenza 60 HP.
1 elica.
Velocità 9 nodi.
Costruzione Day, Summers & Co. Ltd., Southampton, UK.
Armamento velico ausiliario a brigantino a palo.
Armatori:
1854, 14 febbraio: Peninsular & Oriental Steam Navigation Company - P&O,
Londra.
Bandiera britannica.
Nome
Manilla.
Venne impiegata nei
collegamenti fra l'Australia ed i paesi dell'Estremo Oriente.
Nel 1855 partecipò alla
Guerra di Crimea trasportando materiali logistici per la
Spedizione Britannica. La
notte del 31 maggio a Balacava si sviluppò un incendio
a bordo che venne domato.
1861, gennaio: Gibb, Livingstone & Co., Whampoa, Hong Kong.
Bandiera britannica.
Nome invariato.
1861 Il 19 luglio la nave, in viaggio da Hankow diretta a Shanghai, ad 8
miglia dall'isola
di Starling nel fiume Yang-Tse
si arenò su un basso fondale. Lo scafo si spezzò ed il
piroscafo affondò, trascinato
dalla corrente.
___________________________________________________________________________
LA SPEDIZIONE SARDA IN CRIMEA NEL
1855 - 56
di Cristoforo Manfredi compilata colla scorta dei documenti esistenti
nell'Archivio del Corpo di
Stato Maggiore edito da Voghera Enrico, Roma 1896
«Una bella azione della marina da guerra
Nella notte del 31 maggio gli equipaggi delle regie fregate Carlo Alberto e
Costituzione si distinsero nel coadiuvare allo scarico di 960 barili di
polvere da un piroscafo inglese su cui si era sviluppato un incendio. I1
salvataggio, come ben si comprende, era pericolosissimo e i nostri marinai
si comportarono in modo da meritare l’ammirazione degli alleati.
Il comandante dalla divisione navale, capitano di vascello Di Negro fece al
generale La Marmora la seguente relazione del fatto:
«La notte del 31 maggio, alle 1, ant., trovandosi la pirofregata Carlo
Alberto alla fonda nella rada di Balaclava, ove pure stavano ancorati vari
piroscafi e trasporti inglesi, l’ufficiale di guardia, luogotenente di
vascello D’Arminjon, intese colpi ripetuti e accelerati di campana,
provenienti da uno dei bastimenti in rada.
«Egli spedì tosto un’imbarcazione per conoscere il motivo di quell'insolito
rintocco, e gli venne riferito partire dal piroscafo inglese Manilla per
causa di un incendio manifestatosi nel magazzino di prora.
«Il piroscafo aveva in quel luogo una quantità notevole di botti d'olio ed
effetti di vestiario, mentre nel magazzino di poppa aveva 960 barili di
polvere.
«A questa notizia, si spedirono subito tutte le imbarcazioni del Carlo
Alberto, sotto la direzione del capitano di vascello in seconda Riccardi,
dei luogotenenti di vascello Martin, D’Arminjon, Arata e del guardiamarina
Alizeri.
«Mercé la buona direzione e l’attività dei nostri marinai, secondati dalle
buone disposizioni del capitano di quel legno, per vincere l’incendio e
costringere il fuoco a rimanere nel limite nel quale s’ era sviluppato, si
ottenne in breve tempo di sbarcare i 960 barili di polvere.
«La pirofregata Costituzione, che trovavasi ormeggiata dentro il porto di
Balaclava, inviò pure in seguito a mio avviso, le imbarcazioni sotto gli
ordini del sottotenente Albini.
«Giunsero anche soccorsi dal porto di Balaclava, avendo fatto inteso
dell’accaduto il contrammiraglio direttore dei movimenti di quel porto. Il
predetto ufficiale generale apprezzò altamente il servizio reso dagli
equipaggi del Carlo Alberto e della Costituzione e, nello stesso giorno,
volle manifestarlo con lettera di ringraziamento.
«Gli encomi in essa fatti agli equipaggi della R. Marina sono meritati
perché è ad essi dovuto se, nel termine di due ore, vennero sbarcati i 960
barili di polvere, che potevano essere causa di funeste conseguenze anche
per gli altri bastimenti che si trovavano in rada».
Il generale La Marmora, venuto a conoscenza del fatto, lo comunicò subito
alle truppe del corpo di spedizione con un ordine del giorno in cui, dopo la
narrazione, soggiungeva:
«Tale condotta, per parte della nostra Marina, fu altamente apprezzata dal
Maresciallo Lord Raglan, dall’ammiraglio inglese Boxer e dal comandante il
piroscafo Manilla, signor Mackenzie, i quali si affrettarono a testimoniarne
con lettere.
«Un fatto così glorioso per la nostra marina deve essere segnalato al corpo
di spedizione di cui essa fa parte, ed io mi ascrivo a dovere di comunicarlo
ai militari tutti ai miei ordini affidati, persuaso che, ammirandolo, una
nobile emulazione si desterà in voi di non volere, presentandosi
l’occasione, restare secondi per operosità, ne per coraggio nell’affrontare
il pericolo.»
https://eleaml.altervista.org/ne/stampa/1896-MANFREDI-spedizione-sarda-in-Crimea-1855-2022.html#XIV
|