Epoca: anno 1908 | Fotografo: sconosciuto |
Origine: da una cartolina dell'epoca |
autore: Marcello Bozzo NOTE: bozzo@agenziabozzo.it
Il piroscafo Principessa Mafalda fu costruito nel 1908 dal cantiere navale Erasmo Piaggio di Riva Trigoso (Genova) per il Lloyd Italiano. La nave gemella Principessa Jolanda, costruita nello stesso cantiere l'anno prima, si capovolse durante il varo il 22 settembre 1907 ed andò perduta (vedi le schede dedicate a questa nave). Il Principessa Mafalda era un piroscafo di lusso destinato ai viaggi transatlantici ed alla sua entrata in servizio era la più bella, la più veloce e per tonnellaggio la nave più grande della Marina Mercantile Italiana. Prua verticale, due alberi, due fumaioli. Lunga 147,10 metri, larga 17, stazza di 9.210 tonnellate. Stazzava 9.900 tonnellate. Velocità massima 19 nodi. Disponeva di due motori a vapore di 10.000 hp che azionavano le due eliche consentendo una velocità di crociera di 18 nodi. Poteva ospitare circa 1.600 passeggeri nelle varie classi, più circa 300 unità di personale viaggiante. Varato il 22 ottobre del 1908, fece il viaggio inaugurale il 30 marzo 1909 sulla tratta Genova - Barcellona - Rio de Janeiro - Santos - Montevideo - Buenos Aires. Durante la prima guerra mondiale fu messa al riparo dagli attacchi dei sommergibili austriaci nel porto di Taranto ed utilizzata come alloggiamento per gli ufficiali di marina, per riprendere servizio nel 1918 passando per incorporazione alla Navigazione Generale Italiana di Genova. Nel gennaio del 1927 la società
armatrice decise di mettere in disarmo la nave alla fine dell'anno stesso
poiché tecnicamente sorpassata e già sostituita da navi più moderne,
capienti e redditizie. Dal manifesto di carico
risultava che avesse nelle stive anche un carico di 250.000 Lire d'oro inviate
dal Governo Italiano alla Banca Nazionale Argentina. Le paratìe, probabilmente per vetustà, non erano più stagne o la pressione dell'acqua le fece saltare, cosicché l'acqua invase il locale caldaie, che però non esplosero. Alle ore 22.10 il piroscafo, dopo quasi cinque ore di agonia, sollevò la prua al cielo e s'inabissò portando con sè 314 persone di cui 305 passeggeri e 9 membri dell'equipaggio tra i quali il Comandante Cap. Simone Gulì che rimase coraggiosamente al posto di comando a dirigere l'evacuazione fino all'ultimo. Nessuno dei 950 scampati al naufragio comunicò alle autorità di aver ricuperato o visto ricuperare le 250.000 lire oro che - secondo il manifesto di carico - giacevano tra le casse nelle profonde stive, che furono peraltro le prime ad allagarsi. Era altresì impossibile col pericolo di imminente naufragio scendere oltre i dieci metri sott'acqua al buio, individuare la cassa contenente kg. 80,625 d'oro, liberarla dai lucchetti, trascinarla in coperta e metterla su una lancia senza essere notati. E' perciò probabile che l'oro sia ancora all'interno del relitto, anche se nessuno lo può più garantire. Ora il Principessa Mafalda giace nel fondo dell'Oceano Atlantico in qualche punto ad est della Punta Corumbau ad 80 miglia a S-E di Pôrto Seguro e 90 a N-E dall'Arcipelago delle Abrolhos sotto 1.300 metri d'acqua frequentatissima dagli squali che le fanno buona guardia. Altre immagini del piroscafo Principessa Mafalda alle schede 200B, 201B, 202B, 203B, 204B, 398B, 399B, 400B, 401B, 402B, 988B, 989B. |