La nave cisterna
Alberto Fassio
con il nome di
Freeport Sulphur No. 1
della Società Freeport Sulphur Company di New York, nel 1927.
Altra immagine della
Freeport Sulphur No. 1
alla scheda N°
655B che segue.
Venne progettata per l'impiego sia come nave cisterna che come trasporto
merci varie tra i porti costieri dell'Atlantico e del Pacifico degli USA
passando attraverso il canale di Panama.
Fu costruita nel novembre 1914 dai cantieri Harlan & Hollingsworth & Co.
di Wilmington, Delaware, USA, con il nome di
Francis Hanify
per la J. R. Hanify Company di San Francisco. Numero di scafo 433.
Stazza originaria 2588 tsl.
Lunghezza m. 90,19.
Larghezza m. 13,75.
Immersione m. 5,67.
Nel 1918 venne acquistata dalla Freeport Sulphur Company di New York
e ribattezzata
Freeport Sulphur No. 1.
Nel 1935 ceduta alla Società Anonima Unione Italiana Navigazione di
Genova (ex Società Armatrice Italiana e ribattezzata
Riva Sarda.
Nel 1935 la Riva
Sarda, insieme alle
navi cisterna Riva
Ligure e
Luisiano
ed ai mercantili
Bainsizza,
Provvidenza,
Ircania
e la portaidrovolanti
Giuseppe Miraglia,
vennero impiegate nel trasporto di materiale logistico per la Regia
Aeronautica da Napoli a Massaua e Mogadiscio di supporto alle operazioni di
occupazione dell’Etiopia.
Nel 1936 la nave fu acquistata dalla Società Anonima di Navigazione
Villain & Fassio di Genova, ed iscritta con matricola 1490 al
Compartimento Marittimo di Genova con il nome di
Alberto Fassio.
All'epoca era classificata come piroscafo cisterna da 2289 tsl e 1368 tsn.
L'11 maggio 1940, in navigazione da Costanza a Napoli con 3500 tonnellate di
petrolio, venne dirottata su Malta da navi britanniche.
Il 18 aprile 1941, scortata dalla torpediniera
Climene,
salpava da Trapani per unirsi ad un convoglio formato dai piroscafi
Isarco,
Nicolò Odero,
Maddalena Odero
e la pirocisterna
Luisiano, i quali,
sotto la scorta delle torpediniere
Calliope,
Antonio Mosto,
Giuseppe La Farina
ed Orione,
destinato a Tripoli con scalo a Palermo. Navigazione tranquilla, con arrivo
il 21 aprile 1941.
Il 6 giugno 1941 la
Alberto Fassio,
insieme alle pirocisterne
Urano
ed Utilitas,
compie un viaggio da Taranto a Patrasso con la scorta della torpediniera
Aretusa
e dell’incrociatore ausiliario
Olbia.
Il 17 giugno 1941 la nave, insieme al piroscafo
Vesta
e la torpediniera
Lince, salpano dal
Pireo e raggiungono Rodi.
Il 24 giugno 1941 fa un viaggio da Rodi a Corinto, da sola e senza scorta.
Il 22 agosto 1941 alle 10.30 la
Alberto Fassio
lascia Palermo diretta a Tripoli con il trasporto
Lussin
avente a rimorchio la piccola cisterna
Alcione
scortate delle torpediniere
Cigno
e Pegaso.
Alle 15.45 il convoglio viene avvistato dal sommergibile britannico
Upholder
a due miglia a nordovest di Capo San Vito Siculo. Alle 16.29 lo
Upholder
lancia quattro siluri contro la nave in testa al convoglio: alle 16.32 la
Lussin
è colpita ed affonda in due minuti. La tp
Pegaso
e l’idrovolante CANT
Z. 501 danno la
caccia allo Upholder,
che viene lievemente danneggiato, mentre la
Cigno
recupera i naufraghi della
Lussin.
Il resto del convoglio raggiunge Tripoli alle 22 del 23 agosto.
Il 10 ottobre 1941 la
Alberto Fassio
venne requisita dalla Regia Marina a Tripoli.
Alle 16 dello stesso giorno la Alberto
Fassio lascia
Tripoli per Misurata della
Partenopein
convoglio con il piroscafo
Priaruggia
carico di munizioni, con la scorta della torpediniera
Partenope.
Il giorno 11 ottobre 1941 alle 15:02, in posizione 31°53’ N e 15°43’ E il
convoglio viene
attaccato da tre bombardieri britannici Bristol Blenheim del 107th Squadron,
decollati da Malta. Gli aerei britannici, avvistati alle 15.02, vengono
accolti dal tiro delle mitragliere della
Partenope.
I Blenheim bombardano e mitragliano le navi colpendo con una bomba il
Priaruggia.
Il tiro contraereo della
Partenope
colpisce due aerei che cadono
in mare, mentre il terzo aereo dopo poco si allontanava.
Alle 16 la Alberto
Fassio prese a
rimorchio il danneggiato
Priaruggia,
ma durante il viaggio verso Misurata il cavo di rimorchio si spezzò più
volte ed a cinque miglia da Misurata la
Partenope
raggiunse da sola il porto ed alle 23.16 sbarcò i feriti. Alle 00.25 la
Partenope
lasciava Misurata e raggiunse il
Priaruggia,
che, con l’aiuto di un rimorchiatore, poté finalmente essere trainato in
porto.
La Alberto Fassio
proseguirà poi per Bengasi, dove arriverà il 13 ottobre.
Il 2 novembre 1941 fece un viaggio da Brindisi a Durazzo, in navigazione
senza scorta.
4 aprile 1942 la nave lasciava Taranto per raggiungere Argostoli in
convoglio con il piroscafo
Reha
ed il trasporto militare
Pluto,
scortate dalle torpediniere
Antares
e Francesco Stocco.
Il 12 aprile 1942 fece un viaggio dal Pireo a Lero scortata dai
cacciatorpediniere
Francesco Crispi e
Quintino Sella.
Il 17 aprile 1942 lasciò Lero e raggiunse Rodi, sempre scortata dai ct
Crispi
e Sella.
Il 18 aprile 1942 torna da Rodi al Pireo.
Il 28 aprile 1942 salpa da Prevesa e, scortata della torpediniera
San Martino,
raggiunge Taranto insieme alla motonave cisterna Rondine.
28 giugno 1942 viaggio da Taranto a Patrasso scortata dalla torpediniera
Aretusa.
9 luglio 1942 con i piroscafi
Re Alessandro,
Monstella
e Pierluigi,
con la scorta della torpediniera
Monzambano
e dell’incrociatore ausiliario
Barletta,
lascia Suda e raggiunge il Pireo.
8 luglio 1942: la
Alberto Fassio si
unisce ad un convoglio composto dalle navi italiane
Città di Alessandria,
Città di Agrigento
e Città di Savona
e dai piroscafi tedeschi
Delos
e Santa Fè,
partito da Suda per Tobruk alle 21.40 e scortato da tre unità italiane e tre
tedesche. L’organizzazione britannica “ULTRA” intercetta e decifra alle
17.56 del 7 un messaggio contenente l’orario della partenza e la rotta del
convoglio. Nella giornata del 9 luglio il convoglio non subisce attacchi,
grazie ai caccia della Luftwaffe che intercettano i cinque bombardieri B 24
Liberator inviati ad attaccare le navi dell’Asse. Il Servizio Informazioni
Speciali della Regia Marina alle 17.15 ed alle 18.15 intercetta a sua volta
il messaggio inviato da un ricognitore britannico che ha avvistato le navi,
lanciando un’allerta per informare il convoglio. Sedici Vickers
Wellington, dieci aereosiluranti e sei bombardieri decollano dalle basi
egiziane per attaccare il convoglio, ma solo due degli aerosiluranti
riescono a trovarlo, senza riuscire a colpire le navi grazie alle cortine
fumogene, mentre i bombardieri sganciano il loro carico sulle navi senza
colpirle.
Nella notte il convoglio viene attaccato da quattro aerosiluranti Fairey
Albacore mentre su nove bombardieri Hudson uno solo rintraccia le
navi italiane, gli altri le trovano dopo l’alba ma vengono respinti dal
violento tiro contraereo. Anche sei aerosiluranti Bristol Beaufort
vengono inviati all’attacco, ma non riescono a trovare le navi ed il
convoglio raggiunge indenne Tobruk il 10 luglio alle 13.50.
Il 21 agosto 1942 la
Alberto Fassio viene
attaccata da 16 bombardieri Consolidated B-24 Liberator, dieci dei
quali dell’USAAF, ma non riporta alcun danno. L’attacco è stato determinato
da intercettazioni di “ULTRA”, che il 19 hanno permesso ai comandi
britannici di apprendere della prevista partenza della nave.
Dopo una sosta a Derna, il 23 agosto 1942 la
Alberto Fassio
giunge a Tobruk con 2749 tonnellate di carburante, che vengono scaricate nei
depositi a terra il giorno stesso.
Il 31 luglio 1942 la nave compie un viaggio da Patrasso a Taranto insieme
alla cisterna
Sanandrea scortate
della torpediniera
Antares e
dell’incrociatore ausiliario
Barletta.
Il 28 agosto 1942 raggiunge Tobruk con 2040 (o 2635) tonnellate di
carburante.
Il 14 settembre 1942 all’una la nave lascia Suda diretta a Tobruk.
Il 15 settembre 1942, dopo aver eluso l'attacco di un sommergibile ed uno
aereo nelle acque di Derna, la
Alberto Fassio
raggiunge in serata Tobruk con 2265 tonnellate di benzina.
Il 21 settembre 1942 in viaggio da Suda al Pireo scortata dalle torpediniere
Lupo
e Sirio.
Il 24 settembre 1942 scortata dalla torpediniera
Orione
salpa da Patrasso per Valona.
Il 4 giugno 1943 salpa da Bari per Patrasso scortata dalle torpediniere
Giuseppe Missori
ed Enrico Cosenz.
17 giugno 1943: salpa dal Pireo, scali a Sira e Lero e raggiunge Rodi
scortata dalla torpediniera
Calatafimi.
21 giugno 1943: sempre scortata dalla
Calatafimi,
lascia Rodi in convoglio con il piroscafo
Bucintoro,
scalo a Lero ed arrivo al Pireo.
23 luglio 1943 salpa da Bari e raggiunge Valona insieme al piroscafo
Palermo,
e con la scorta della torpediniera
Missori.
Il 25 luglio 1943 alle quattro del mattino la
Alberto Fassio,
carica di benzina per aerei, partì da Valona, diretta a Patrasso con la
scorta della torpediniera
Giuseppe Missori.
Alle 17.30 la Alberto
Fassio s’incagliò
sulle secche di Capo Mitikas, a cinque miglia dall’entrata del porto di
Prevesa.
Alle 21.40 la nave riuscì a disincagliarsi da sola, usando le sue macchine.
Navigando nei dintorni in attesa di ordini alle 3.25 del 26 luglio urtò una
mina italiana ed esplose con violenza: avvolta dalle fiamme, la cisterna
affondò a 13 km al largo di Prevesa portando con sé 11 italiani e 19 soldati
tedeschi; i sopravvissuti vennero raccolti da mezzi inviati da Prevesa e
Santa Maura.
Estratto da
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