Il piroscafo passeggeri
Roma
al momento del varo.
Venne costruito nel 1912 dalla
Società Esercizio Bacini di Genova nel cantiere di Riva Trigoso.
Varato il 31 agosto 1912.
Consegnato in settembre 1912.
Scafo in acciaio.
Stazza 3952 tsl, 2328 tsn.
Lunghezza m. 344.5
Larghezza m. 44.6
Immersione m. 24.5
Lunghezza 106,88 m.
Larghezza 13,68 m.
Pescaggio 6,75 m.
Propulsione: 2 macchine alternative a vapore a triplice espansione, 6
cilindri Ø 610, 865 & 1500 x corsa 1045 mm.
Potenza 454 HP nominali.
Velocità 12 nodi.
Costruzione Società Esercizio Bacini, Genova.
Equipaggio 73.
Passeggeri 1250 suddivisi in 29 cabine di prima classe con salone da pranzo,
14 cabine di seconda classe con sala da pranzo, 146 posti letto in cabine
multiple e dormitori di terza classe.
1912 Costruito per conto della Società Nazionale di Servizi Marittimi
di Genova.
1913 Ceduto alla Società Marittima Italiana di Genova per
liquidazione della Società
Nazionale di Servizi Marittimi.
Compartimento di Genova.
1915 Requisito dalla Regia Marina. Utilizzato per trasporto truppe.
1918 Il 19 luglio salpava da Napoli per Chin-kwan-Tao presso Tientsin in
Cina,
trasportando il Comando del
Corpo di Spedizione italiano in Estremo Oriente e 672
soldati inviati per supporto ai
Bianchi contro le forze comuniste durante la guerra
civile russa. Al ritorno,
salpando dalla Cina il 10 settembre, riportava in patria 727
ex prigionieri austriaci di
etnia italiana liberati dai campi di prigionia russi,
gettando l'ancora nel porto di Napoli il
22 ottobre.
A fine anno il Roma fece un
secondo viaggio in Estremo Oriente, a Vladivostok,
ritornando con un altro gruppo
di ex prigionieri.
Al termine del conflitto fu
riconsegnato alla società armatrice.
1923 Ceduto alla Società Marittima Italiana di Genova.
Stesso nome.
1924 Venduto alla Compagnia Italiana Transatlantica (CITRA) di Genova.
Stesso nome.
1924 Ceduto alla Società Italia di Navigazione di Genova.
Stesso nome.
1926 Ribattezzato
Firenze per evitare
l'omonimia con il varo del piroscafo
Roma
della
Navigazione Generale
Italiana.
1926 Il 14 novembre salpò da Napoli con a bordo la Missione Astronomica
Italiana
nell'Oltregiuba. Il 17
dicembre, dopo scali a Catania, nel Mar Rosso e nell'Oceano
Indiano, gettava l'ancora nel
porto di Chisimaio.
1932 Passato alla Tirrenia, Flotte Riunite Florio-Citra, Napoli.
Nome
Firenze.
Utilizzato sulla linea Genova -
Palma di Maiorca - Malaga - Ceuta - Tangeri -
Cadice - Siviglia.
1933 Portato in cantiere a Napoli, fu sottoposto ad importanti lavori di
ammoderna-
mento degli interni con cambio di
alimentazione delle caldaie da carbone a nafta.
1937 In gennaio 1937 fu assegnato alla nuova Società Tirrenia di
Navigazione di Napoli,
continuando a prestare servizio
sulla stessa rotta.
Nome invariato.
1940 Il 5 maggio la nave salpava da Siracusa con a bordo 303 profughi ebrei
diretti a
Bengasi, dove giunse il 7
maggio.
1940 Il 18 ottobre la nave venne requisita a Napoli dalla Regia Marina.
Non venne iscritta nel ruolo
del naviglio ausiliario dello Stato.
1940 Il 28 ottobre alle ore 17:00, in convoglio con i piroscafi
Argentina
e Premuda
salpava
da Bari per Valona,
trasportando 1871 militari, 150 quadrupedi, 27 veicoli e 184
tonnellate di materiale; il
convoglio arriva a Valona alle 06:30 del 29 ottobre.
L'8 novembre 1940 alle 23:30 i
piroscafi Firenze,
Argentina,
Italia
e la m/n Città di
Marsala,
con a bordo 3.219 uomini e 287 tonnellate di materiali, partono da Bari per
Durazzo giungendovi il giorno dopo
alle ore 10:00.
Il 10 novembre alle ore 16:00 il
convoglio ripartì per Bari, giungendovi l'11 novembre
alle ore 8:10.
1940 Il 13 novembre alle ore 2:00 i piroscafi
Firenze,
Italia,
Città di Marsala,
Galilea,
salparono da Bari per Valona
trasportando 1.662 militari e 48 quadrupedi,
giungendo a Valona alle ore 16:20.
1940 Il 22 novembre il
Firenze e la
motonave da carico
Barbarigo lasciarono
Brindisi alle
ore 05:40, trasportando 781
uomini, 38 quadrupedi e 59 tonnellate di materiali.
Arrivo a Durazzo alle ore
11:45.
Il 29 novembre i piroscafi
Firenze,
Milano
e Città di Marsala
trasportarono 2683
militari, 107 quadrupedi e 120
tonnellate di materiali da Bari salpando alle ore
00:30, giungendo a Durazzo alle ore
15:40.
Il 5 dicembre i
Firenze,
Milano
e Città di Marsala
partirono da Bari trasportando
2674 uomini e 301,5 tonnellate
di materiale a Durazzo.
Il 14 dicembre il
Firenze,
il Milano
e l'Aventino,
imbarcarono a Bari 3.660 militari,
138 quadrupedi e 205 tonnellate
di materiali, salpando alle ore 22:00 e giungendo a
Durazzo alle ore 10:00 del 15.
1940 Il 24 dicembre alle ore 01:00 il
Firenze
e l'Italia
salparono per Valona con gli alpini
del 2º Reggimento della 4ª
Divisione Cuneense. Le due navi a Brindisi si unirono ad
un convoglio composto dai
piroscafi Zeno
e Monrosa
e Barbarigo
insieme al p.fo
Argentina
ed alla m/n Narenta,
scortate dall'incrociatore ausiliario
Barletta
e dalla
torpediniera
Andromeda.
Questi quattro trasporti avevano a bordo 3.070 tra
ufficiali e soldati diretti in Albania, 711
quadrupedi, 334 tonnellate di viveri e 1095
tonnellate di materiale.
Sul
Firenze
erano imbarcati 996 uomini, al comando del capitano Antonino Cacace.
Il convoglio salpò da Brindisi alle
ore 07:30 ad una velocità di 12 nodi procedendo a
zig-zag, con arrivo previsto a Valona
per le ore 14:30 di quel giorno.
Giunto alle ore 12:25 ad una ventina
di miglia a nord-ovest di Saseno, il
Barletta
evitò il siluro di un sommergibile. Il convoglio
proseguì nella navigazione.
Alle ore 13:20 il
Firenze
fu colpito da un siluro lanciato dal sommergibile greco
Papanikolis
(cap. di corvetta Miltiadis Iatridis) e rimase
immobile nel punto
40°34' N e 19°02' E (12 miglia ad ovest-nord-ovest di Saseno) lanciando il
segnale
di soccorso. Il siluro aveva centrato la sala macchine.
L'esplosione fu potente.
Vista la gravità dei danni fu ordinato l'abbandono nave.
Il
Barletta
e la Andromeda
si fermarono a soccorrere i naufraghi, mentre le altre
navi proseguirono nella
loro rotta.
Il
Firenze stava
lentamente affondando di poppa ma il
Barletta
si affiancò al
Firenze
e fece in
tempo a salvare 874 uomini che vennero trasbordati.
La nave giace a poco più di 30 metri di
profondità a nord di Valona in posizione 40.567°
N e 19.033° Est, a circa 25 miglia dal punto in cui era stata vista per
l'ultima volta il
24 dicembre 1940.
Vennero tratte in salvo 903 persone, delle quali
una ventina di feriti.
Le vittime furono 93, di cui tre membri
dell'equipaggio e 90 alpini.
Altra immagine della nave alla
scheda N°
1018B. |