L'Elettra era un motoveliero ad un'elica e due
alberi armato a goletta costruito dai cantieri Ramage & Ferguson Ltd. di Leith su progetto degli ingegneri
Cox e King di Londra, varato il 27 marzo 1904 con il nome di
Rovenska per conto
dell'Arciduca Carlo Stefano, ufficiale dell'Imperial Regia Marina Austriaca.
Dal Registro Navale
del Compartimento Marittimo di Genova:
Lunghezza fuori tutto: 221' (67,36 metri)
Lunghezza del ponte: 198' (60,35 metri)
Lunghezza al galleggiamento: 184' (56,08 metri)
Larghezza massima fuori tutto: 27'6" (8,38 metri)
Altezza al ponte di coperta: 17' (5,18 metri)
Immersione a pieno carico: 16' 3/4 (5,00 metri)
Macchina a vapore Ramage & Ferguson 3 cilindri a triplice
espansione da 1000 hp.
Stazza netta: 232,18 tonnellate.
Stazza lorda: 632, 81 tonnellate.
Velocità di crociera a motore: 12 nodi.
Dimensioni di stazza: 63,40 x 8,31 x 4,96 metri
Classificazione: 100 A. 1-1. Navigazione: lungo corso
Matricola
N° 956
Ultimo armatore: Ministero delle Comunicazioni - Direzione Poste e Telegrafi -
Roma.
Nel 1910 lo yacht venne venduto a Sir Maxim Waechter e passò sotto bandiera
inglese mantenendo lo stesso nome. Nel 1914 fu rivenduto all'industriale Gustav H.F. Pratt.
Nella Ia Guerra Mondiale lo yacht fu trasformato in nave da pattugliamento
nella Manica al servizio della Royal Navy.
Con la fine della guerra il Rovenska fu disarmato a Southampton e
messo all'asta.
Nel 1919 Guglielmo Marconi lo acquistò per 21.000 sterline.
Riarmato, lo yacht fu portato a Napoli nell'agosto del 1919.
Successivi lavori
nel cantiere della Spezia lo adattarono a laboratorio scientifico.
Il 27 ottobre 1921 fu iscritto
nel Registro con
il nome Elettra ed il passaggio definitivo sotto bandiera italiana venne
ratificato in data 21
dicembre.
Dopo diciassette anni di riusciti esperimenti scientifici di cui ne beneficerà l'umanità intera, il 20 luglio 1937 Guglielmo Marconi morì e la nave-laboratorio fu acquistata dal
Ministero delle Poste e Telecomunicazioni per 820.000 lire.
Nel 1939 l'Elettra veniva portata nell'Arsenale Marittimo
della Spezia per lavori.
Il 9 giugno 1940 fu trasferita a Trieste, sembrando
questo un approdo più sicuro.
Dopo l'8
settembre del 1943 il panfilo fu invece requisito dai tedeschi: venne armato con tre mitragliere, una da 15 mm e due torrette binate da 20 mm. e
ritornò per la
seconda volta all'impiego bellico con la sigla G-107, poi
NA-6.
Il 28 dicembre 1943 l'Elettra partì da Trieste di pattuglia lungo
le coste della Dalmazia.
La sera del 21 gennaio 1944 lo yacht giunse nella baia
di Diklo,
presso Zara.
La mattina successiva i cacciabombardieri alleati,
avendo avvistato lo yacht, lo bombardarono.
Colpito ed affondato, si poggiò sul basso fondale emergendo
sul pelo dell'acqua.
Solo nel 1959, dopo molte insistenze, la Jugoslavia consentì alla restituzione del relitto all'Italia.
Nel 1962 l'Elettra fu riportato a galla e rimorchiato nella banchina
del Cantiere di S. Rocco di Muggia a Trieste.
Non essendone più possibile il recupero, quel che
rimaneva dello scafo venne tagliato in diversi pezzi.
Le parti più grandi si trovano attualmente a:
Milano: le apparecchiature di bordo sono state date al Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnica.
Roma: nella Piana del Fucino a Telespazio vi è il compartimento di poppa con
l'elica ed il timone.
Pontecchio: nel giardino della Villa Grifone, sede della Fondazione Marconi, è
stata portata una sezione dello scafo con alcune ordinate e parte dell'opera
viva.
Roma: la dinamo a vapore è al Museo delle Poste e Telecomunicazioni. All'EUR
è stata restaurata ed è in mostra la cabina in cui lo scienziato effettuava i
suoi esperimenti.
Santa Margherita (Genova): a Villa Durazzo su di un piedistallo vi è la
sezione di trinchetto con parte del fasciame e di una paratia.
Mestre: davanti alle Poste c'è un monumento con una parte della
fiancata.
Venezia: nel Museo Storico Navale si trovano il motore e le caldaie e
nell'Arsenale vi è la sezione prodiera.
Trieste: nel Museo del Mare vi è il tasto con cui lo scienziato trasmise
l'impulso che accese le luci a Sidney, l'ecometro, un'ancora e due ordinate
della sezione maestra della nave. L'albero di bompresso è utilizzato come asta
di bandiera nel campo dell'Accademia Marittima Internazionale.
Padriciano, (Trieste): nel palazzo Ex Campo Profughi si trovano i due alberi
della nave.
Muggia: nella sede della Famiglia Muggiana è conservato il tornio di bordo.
Sidney: il Circolo Marconi ha in mostra una sezione dello scafo.
Altre immagini del panfilo
Elettra
alle schede N°
421B, N°
422B,
N°
636B, N°
637B,
N°
638B. |