Il
mercantile
Solideo
ex
Sagamore in
navigazione sul fiume Avon per Bristol.
Venne costruito nel 1893 dal cantiere William Doxford & Sons, Pallion,
UK, sotto licenza di Alexander McDougall (1845-1923, capitano dei Grandi
Laghi di Duluth, Minnesota, scozzese).
N° 218 di cantiere.
Varato il 15 giugno 1893.
Completato in settembre.
Scafo in acciaio. Tre alberi, un fumaiolo.
Stazza lorda 2309 tsl.
Stazza netta 1801 tsn.
Lunghezza m. 94,80.
Larghezza m. 11,60.
Immersione m. 7,70.
Altezza stive 6,86 m.
La plancia era collocata tra l'albero di maestra e quello di mezzana.
Serbatoio 1.250 tonnellate d’acqua nel controscafo, nel doppiofondo
cellulare e nella stiva d’acqua a centro nave.
Propulsione: 1 motrice a vapore a triplice espansione a 3 cilindri Ø 584,
940 & 1524 x corsa.
Due caldaie a tre fornelli ciascuna.
1067 mm. 1 asse / 1 elica.
Potenza 233 HP nominali.
Velocità 10 nodi. Equipaggio 25 persone.
Costruzione William Doxford & Sons, Sunderland, UK.
Fu l'unica nave del tipo chiamato whaleback (dorso di balena)
costruito in Europa.
Il Registro britannico rifiutò l'iscrizione della nave a causa
dell'inconsueto tipo di scafo e
l'unità venne iscritta nel Registro belga.
L'esperienza della costruzione di questa nave ispirò tuttavia il cantiere a
sviluppare i turret ships, dei quali in seguito ne costruì altri 180.
Armatori:
1893 Société Anonyme de Navigation Belge-Americaine, - Belgian
American Maritime
Company S. A., Anversa,
Belgio (W. Johnston & Co. Ltd., managers, Liverpool, UK).
Nome
Sagamore.
Bandiera belga.
Utilizzata per il trasporto del
grano dai porti del Mar Nero, zucchero da Cuba,
manganese da Poti (Georgia),
minerale di ferro dalla Spagna e fosfati da Sfax (Tunisia).
1897 Belgian Maritime Trading Company S. A. - Johnston William. & Co.-
Johnston Line,
Anversa. Registro di
Anversa, Belgio.
Nome invariato.
Bandiera belga.
1911 Cognati Schiaffino P. A. Fu G., Camogli, Genova. Compartimento
Maritt. di Genova.
Nome
Solideo.
Bandiera italiana.
1914 Filippo Bertolotto detto "Marmà", Camogli. Compartimento
Marittimo di Genova.
Nome invariato.
1916 Ilva Società Anonima, Genova.
Nome
Ilva.
1917 Il 4 maggio la nave, salpata da Genova per Barry Roads (Galles), giunta
a 5 miglia NO
dall'isola Coelleira (Spagna
atlantica), venne catturata ed affondata con cariche
esplosive dal smg tedesco UC-69
del cap. Oberleutnant zur See Erwin Waßner.
Non vi furono vittime.
Altre immagini del Sagamore - Solideo alle schede N°
1062B, N°
1063B. |
SOLIDEO ex SAGAMORE - Un piroscafo rivoluzionario
Estratto da un articolo di di Pietro Berti pubblicato sul
Bollettino del Santuario "La Madonna del Boschetto di Camogli" 1988 n.1
Pensando all’antica Camogli marinara, così caparbiamente legata alle sue
tradizioni veliche, può stupirci il fatto che proprio qui sia stata armata
una delle navi a vapore più inconsuete e particolari come il
Solideo (ex
Sagamore), una
nave tipo whaleback (dorso di balena), costruito in Inghilterra sui
disegni delle consimili barche dei Grandi laghi Americani realizzate
particolarmente per il trasporto dei minerali. Partendo dal presupposto che
uno scafo affusolato come il corpo della balena offre meno resistenza
all’acqua e sia quindi più veloce, l’emigrato scozzese Alexander Mc Dugall,
già fabbro e capitano dei barche fluviali, studiò e costruì nel 1888 a
Duluth (Minnesota) una chiatta, la 101,
le cui caratteristiche fondamentali erano: scafo affusolato con sezione
maestra ovale ed estremità appuntite; copertura arcuata, che consente lo
scarico immediato dell’acqua che monta a bordo; una torretta circolare posta
a prua su cui vengono alloggiati gli argani ed una seconda torretta posta a
poppa, sovrastata da una cabina; maestra di stiva molto bassa, cui vengono
imbullonati i pannelli metallici di chiusura. Dopo questa chiatta ne vennero
altre, autopropulse.
La prima di queste navi, costruita a Superior (Wisconsin) nel 1890, fu la
Colgate Hoyt. Nel
1982 venne varata la Christopher Columbus,
prima ed unica nave passeggeri di questo tipo, mentre nel 1894 fu costruita
la Charles W. Wetmore
che si recò in Inghilterra con carico di grano ed in seguito doppiò Capo
Horn per passare in Pacifico. La City of
Everett, costruita nel 1894, fece la
circumnavigazione del globo, mentre nel 1896 venne costruita la
Frank Rockfeller
che, col nome di Meteor,
oggi l’unica whaleback ancora esistente. Queste navi avevano delle
buone doti marine, ma il problema maggiore era dato dal fatto che l’acqua, a
causa del poco bordo libero, era spesso in coperta e riduceva di fatto lo
spazio abitativo: il disagio era sentito particolarmente in mare. Tuttavia
queste non furono le cause principali che portarono alla scomparsa di queste
navi: la vera causa è da ricercarsi nella costruzione delle nuove
bulk-carriers, più grandi con mastre di stiva adatte ai nuovi caricatori
meccanici dei Grandi Laghi.
Il Sagamore
è l’unica whaleback costruita nel 1893 a Sunderland (Inghilterra) presso il
cantiere W. Doxford & Sons. Una cronaca apparsa sul numero 136 della
rivista "Italia Marinaia" del 12 novembre 1897, col titolo
"Piroscafo a dorso di balena" ci racconta: "Il primo piroscafo, del tipo
whaleback, a dorso di balena costruito in Europa è giunto il 3
ottobre a Marsiglia. E’ questo il Sagamore, costruito a Sunderland
esattamente sui disegni dei whalebacks americani. Esso ha impiegato
nove giorni per venire da Sunderland a Marsiglia con un carico di 2.600 tonn.
di carbone. L’equipaggio si compone di sole 25 persone. La macchina è meno
addietro che sopra i whalebacks americani.
I rufles contenenti le cabine e gli alloggi sono al di sopra. Essi sono
sostenuti da colonne vuote che servono da ventilatori alla stiva. Ci sono
quattro torrette per sopportare una passatoia mobile che si estende dalla
passerella di navigazione fino alla parte anteriore senza passare sul ponte,
questo essendo spesso coperto dal mare durante le traversate, causa la bassa
altezza al di sopra dell’acqua. Con cattivo tempo questa passatoia viene
tolta e si comunica da poppa a prua per un corridoio interno. Al di sopra
del roufle si trova la camera di guardia. Gli otto boccaporti del ponte sono
ermeticamente chiusi durante il viaggio. Al di sopra della macchina e dei
forni le due torrette hanno una forma ovale, mentre le quattro di prua e
quelle di poppa sono rotonde. Il Sagamore
è stato classificato all’Ufficio Veritas. Nel 1911 il
Sagamore fu
acquistato da Filippo Bertolotto di Camogli, armatore di velieri adibiti
spesso al trasporto di marmi, che gli impose il nome di
Solideo, anche se
era più conosciuto col soprannome di "Sigaro".
Usato per il trasporto del carbone, appare nel registro R.I.N.A. come barca
del Compartimento Marittimo di Genova avente il numero 495 di matricola,
armata dalla Cognati Schiaffino e C. di Camogli. Filippo Bertolotto, stando
ai libretti di navigazione, fu a bordo per soli cinque giorni, imbarcandosi
a Marsiglia il 25 maggio 1914. Il nipote cap. Mario Bertolotto, invece, vi
prese imbarco a Bristol come secondo dal 12 agosto 1911 al 6 ottobre 1913, e
come comandante (fu il suo primo comando) a Bordeaux, dal 6 ottobre 1913 al
28 luglio 1915.
Le rotte usuali percorse dal Solideo
erano quelle dell’Inghilterra ed un registro dei processi verbali di visita,
vidimato dalle autorità marittime francesi, ci segnala alcune presenze della
nave nei porto di Bayonne, Bordeaux e St. Nazaire. Queste segnalazioni,
anche se non complete, ci danno un’idea più precisa sulla frequenza dei
viaggi compiuti: Porto di Bayonne, 28 aprile 1911; porto di Bordeaux, 7 e 29
settembre,19 ottobre e 2 dicembre 1911; Porto di St. Nazaire, 3 febbraio
1912; Porto di Bordeaux, 3 maggio, 15 e 30 luglio, 26 agosto, 10 e 24
settembre, 18 ottobre, 11 novembre, 3 e 21 dicembre 1912, 22 gennaio, 8
febbraio, 8 marzo, 8 aprile, 14 e 27 maggio, 10 e 27 giugno, 9 e 24 luglio,
7 e 22 agosto, 6 e 18 settembre, 4 e 22 ottobre, 13 e 29 novembre, ed infine
20 dicembre 1913. Un altro documento, ed esattamente una polizza
assicurativa della Associazione Camogliese di Mutua Assicurazione contro gli
infortuni della gente di mare, ci conferma la presenza di un equipaggio di
25 persone.
Nel 1915 il Solideo
venne venduto alla Ilva Società Anonima di Genova, che gli cambiò il
nome in Ilva,
adibendolo sempre a traffici del minerale: la fine di questo vapore era
vicina, perché la Ilva
venne affondata nel 1917 da un sommergibile tedesco.
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