La nave passeggeri
Brindisi
in rada a macchine ferme.
Venne costruita nel 1895 dal cantiere Fratelli Orlando & Co. di
Livorno.
N° 38 di scalo.
Scafo in acciaio.
Stazza 863 tsl.
Lunghezza m. 59,60.
Larghezza m. 8,40.
Immersione m.
Propulsione: 1 motrice a vapore a triplice espansione da 3 cilindri
1 asse / elica.
Armatore 1895 Società Anonima di Navigazione a Vapore Puglia, Bari.
Cap. Domenico Milella.
Il 6 gennaio 1916 la nave passeggeri italiana, in viaggio verso San Giovanni
di Medua con a bordo, tra gli altri, circa 200 soldati del Montenegro, fu affondata da
un urto contro una mina al largo di Monte San Giovanni.
Sopravvisse il Capitano di lungo corso Milella Domenico di Bari, comandante
della nave. Egli testimoniò che si trovava già in vista del Monte San
Giovanni quando, alle ore 8 del mattino del 6 Gennaio, probabilmente il
piroscafo urtò contro una mina: a causa dell’esplosione e del danneggiamento
delle macchine non gli fu possibile manovrare verso la spiaggia. A motivo
del panico che sopraggiunse a bordo, non fu neppure possibile mettere a mare
le scialuppe, per cui il comandante fu costretto a dichiarare il “si
salvi chi può”.
Furono soccorsi dal piroscafo
Città di Bari
che li seguiva, salvando così circa 60 passeggeri e tutto l’equipaggio su un
totale di 430 imbarcati, escluso 3 membri dell’equipaggio che annegarono.
I morti furono circa 200.
Il relitto si trova ad una profondità da 13 a 9,20 metri, orientato a 95°
(est).
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Rapporti sull'affondamento
Marie Lemos, di Irving Park, Chicago, infermiera della Croce Rossa
sopravvissuta al naufragio del piroscafo, scrisse da Atene il 4 febbraio
1916: "Non c'è modo di dirtelo in modo che tu possa capire il terribile
orrore delle cose che ho visto e sentito nell'ultimo mese. L'orribile
rapidità dell'affondamento del piroscafo Brindisi, con i suoi ponti coperti
di morti; io stessa scaraventata nell'acqua, che era piena di giovani in
difficoltà che cercavano di tenersi a galla, ma scomparivano uno ad uno, in
vista della terra ..."
Un passeggero: "Abbiamo colpito una mina alle 9:30 del mattino e la nave
si è sbandata in modo che tutti i passeggeri siano stati gettati in acqua.
Sono riuscito a risalire a bordo del Brindisi, dove ho trovato circa 200
montenegrini, che non erano in grado di nuotare. Questi uomini dissero che
non sarebbero morti per mano del nemico. Hanno cantato il loro inno
nazionale, poi una squadra ha sparato alle altre e alla fine si è uccisa. I
ponti erano coperti di morti e inondati di sangue."
Un soldato: "Quando la nave ha cominciato ad affondare, sono scivolato di
nuovo in acqua e ho nuotato fino a una tavola su cui si erano aggrappati
diversi uomini, ma che sono caduti uno dopo l'altro. Alla fine, dopo essere
stato tre ore nell'acqua, sono stato raccolto e portato a San Giovanni di
Medua."
Resoconto del New York Tribune, sabato 5 febbraio 1916: "Non appena le
143 persone soccorse furono sbarcate in sicurezza, la fila montenegrina si
alzò e risuonò l'inno nazionale. Mentre gli uomini cantavano uno squadrone
aereo austriaco bombardò la città, uccidendo diciotto di coloro che si erano
appena salvati."
Portsmouth Evening News ex Press Association, 8.1.1916 numero speciale di
guerra: "Parigi, 7 gennaio 1916: un messaggio di Cettinje in data odierna
dice che il piroscafo italiano
Brindisi,
con diverse centinaia di tonnellate di vettovaglie e 425 reclute
montenegrine d'America, ha colpito ieri una mina presso San Giovanni di
Medua.
La nave è subito affondata e 200 passeggeri sono morti." |