ARCHIVIO EX VOTO DI CAMOGLI


   versione italiana                                                                                                                                                                          english version 

63.                 Anonimo secolo XX 1901              

L'equipaggio del "Nemesi" tratto in salvo dopo il naufragio avvenuto
nei pressi delle Isole di Capo Verde

olio su cartone, cm 54x90                       (inventario Costa n. 84)

Dati anagrafici conosciuti:

   TIPO:                                         scialuppa
   ARMATORE:                           Battistina Schiaffino di L.
   CAPITANO:                              Fortunato Razeto

Didascalia:

"Uragano sofferto dal Brig.no a palo Nemesi, nei paraggi delle Isole di Capo Verde; nei giorni 14 e 15 Settembre 1901.

Trascorsi altri due giorni in terribili angosce, visto che il Bastimento era in procinto di affondare, coll'equipaggio sgomentato, senza aiuto alcuno, il Cap. Fortunato Razzeto, armato di fede, prese una croce che portava seco e con voce ferma disse all’equipaggio: "Baciate questa Croce, e lavorate con coraggio; se avete fede venite con me che Iddio ci aiuterà. Con me non è mai perito alcuno, e nemmeno voi perirete. Vi giuro che se non incontreremo alcuno, vi condurrò a Barbados".

Il 18 Sett.bre in Lat.ne 20° 25' N. Long.ne 32° 05' W., imbarcati i quadri portanti l'effigie della Madonna del Boschetto e dei protettori SS. Prospero e Fortunato, si scese coraggiosamente nella fragile imbarcazione già sconquassata ad intrapprendere l'avventurosa navigazione attraverso l’oceano, senza sofferenze durate 23 giorni nel percorso di 1550 miglia, guidati dalla mano di Dio.

Nessuno mancò ogni sera di recitare il S. Rosario. Il giorno 10 Ottobre in Lat.ne 13° 33' N. Long.ne 57° 58' W., fummo raccolti dal piroscafo Inglese Anglo Chillan, alla distanza di 87 miglia di Barbados.

A bordo del piroscafo Salvatore ebbimo pietosa accoglienza dal cap.no James Connell e dalla giovane sua sposa Agnes Connell, ambi di Liverpool. A loro sia rivolta una preghiera".

Note:

Nel volume di Castrogiovanni Quelli della vela (Genova 1979. pp. 44-45) sono riportati ampi brani del resoconto manoscritto dal comandante Razeto grazie al quale possiamo partecipare con immediatezza ed emozione ai tragici momenti vissuti dall'equipaggio della "Nemesi", secondo le parole del suo comandante "uno dei migliori velieri della Liguria, ancora in tenera età, marino e camminatore, e anche un bel modello, abituato a fare i viaggi dei Capi".

Dopo la partenza dell'imbarcazione da Cadice il 9 agosto 1901 in pochi giorni arrivarono a Sud delle Isole di Capo Verde dove incontrarono vento fortissimo e "si vide chiaro che si era obbligati ad andare nel centro del ciclone senza poter di nulla deviare perché il vento soffiava uragano.

Arrivati verso mezzogiorno nel centro del ciclone, questi ci portò via tutte le vele, poi il vento si calmò e il mare bolliva da tutte le parti a modo di una caldaia bollente".

Il capitano Razeto descrive con attenzione le drammatiche scelte che lo indussero al fine a far abbandonare la nave e nel resoconto, come nella descrizione dell'evento sottoposta all'ex voto, è sottolineata la fede richiesta all'equipaggio e la preoccupazione di portare sulla scialuppa dei naufraghi "la effigie della Madonna del Boschetto e dei protettori di Camogli Santi Prospero e Fortunato".    

Non era questo un idolatrico gesto di fede fine a se stesso, ma un indice della fede e della religiosità vera dell'equipaggio.

Ne è sintomatico indizio un episodio riportato dal capitano Razeto relativo alla vita sulla scialuppa: "E nostromo si rivolgeva a me e con fare arrogante disse: oggi è festa e voi lavorate? Allora io mi rivolgo a lui e gli dico franco e risoluto: io lavoro per il bisogno e voi che siete il capo dell'equipaggio, se è festa, prendete il libro della messa e poi dite il Rosario! Così fece e tutti rispondevano in coro".

Quando finalmente la disavventura ebbe una felice conclusione l'equipaggio trovò sul "Città di Genova" a Tenerife l'occasione per rientrare nella propria città.

"I quadri dei nostri protettori e della Madonna del Boschetto furono sempre portati con noi e giunti in patria furono divisi tra me che tenni il mio santo, Fortunato, l'armatore che si tenne la Madonna e il dispensiere che si tenne San Prospero".

 Il naufragio della "Nemesi" può dunque essere un sintomatico esempio dell'unione di fede e coraggio che caratterizzò gli uomini di mare camogliesi e la personalità dei loro capitani:.

Il rapporto completo del naufragio scritto di pugno dal Cap. Razeto si trova cliccando QUI.

 
BIBLIOGRAFIA: F. Simonetti, in La preghiera del marinaio, Roma 1992, p. 654.