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  La goletta a cinque alberi o schooner 
  Susanne Vinnen 
	 
  venne costruita come nave mercantile nel 
	
  1922 dai 
  Cantieri  
	Friedrich 
	Krupp 
	Germaniawerft 
	a Kiel 
	 
	per conto dell'armatore 
	F. A. Vinnen & Co. di Brema. Era il 
  secondo bastimento a portare questo nome: il primo era una nave a palo da 
  2.627 tonnellate nette 
  costruita nel 1892 ad 
  Alloa che nel 
  1917 venne affondata da un sommergibile tedesco. 
  Questa seconda aveva lo scafo in ferro e stazzava 1.848 tonnellate per un 
	dislocamento di 3750 t.
 Lunga 
	97,30 m fuori tutto, al galleggiamento 77,00 m, larga 13,45 m, pescaggio max. 5,78 m. 
	Altezza di murata 6,60 m.
 
 Armamento velico aurico ai cinque alberi con aggiunta di tre vele quadre di 
	gabbia fissa e gabbia volante al primo trinchetto ed all'albero maestro, più 
	i fiocchi, per una superficie di 2320 m².
 
 Velocità sotto vela 7 nodi.
 
 Equipaggio 23-24 uomini.
 
  Montava un motore ausiliario diesel Krupp di 350 Hp. Un'elica fissa. 
  Nel 1931 venne acquistata dal Governo italiano che la impiegò come nave scuola 
  per la marina mercantile ribattezzandola 
  Patria. Con 
	questa nave si chiudeva l'epopea dei velieri mercantili italiani (scheda
	
	152A?). Venne utilizzata per 
	l’addestramento dei futuri comandanti di navi mercantili, con istruttori 
	messi a disposizione dalla R. Marina.
 Armatore era la S.A. Nazario Sauro di Roma consorziata con l’Ente Porto di 
	Genova, la Federazione Trasporti e la Federazione degli Armatori ed il 
	Ministero delle Comunicazioni.
 
 Per i primi anni fece con profitto otto viaggi sulle rotte per il trasporto del 
  grano americano con 22-23 allievi a bordo in ogni campagna.
 
  In seguito le prestazioni diminuirono e, viaggiando in perdita, la nave fu 
  venduta all'armamento privato. 
 Nel 
	1939 il veliero passava in 
	proprietà all’armatore triestino Antonio Rocco che lo impiegava in Atlantico 
	col nome di 
	 Imperatore, riducendo sia l'altezza dell'alberatura che 
	le vele.
 
 Con nuovo nome ed armatore continuò a navigare con carichi alla rinfusa 
	anche durante la guerra, subendo attacchi da parte dei Tedeschi, ai quali 
	peraltro scampò.
 
 Requisita dagli Inglesi, nel 1944 venne restituita all'Italia. 
  La acquistò la compagnia armatrice Ferraro & Massone di Genova, per la 
  quale nel 
	febbraio 1946 
	fece il suo ultimo viaggio a vela 
	con destinazione 
	Piombino.
 Successivamente, portata in cantiere a Livorno, venne 
	
  trasformata 
	in motonave da carico col nome di 
	Ernesto S,  
	continuando a trasportare materiali ferrosi da e per quel porto tanto da 
	cambiare il suo nome in 
	Piombino.
 
 Nel 1973, divenuta ormai anch'essa un rottame, venne portata a Vado Ligure 
	in attesa della demolizione.
 
 Altre immagini della 
	
  Susanne Vinnen 
	alle schede 
	968A,
	
	
	969A.
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