ARCHIVIO NAVI A VAPORE

144 B.

JUPITER
ANDREA  COSTA

Epoca della foto: 1899 Fotografo: sconosciuto

Origine: Società Commerciale Italiana di Navigazione

autore: Marcello Bozzo  NOTE:  bozzo@agenziabozzo.it

Il mercantile da carico Jupiter  varato nei cantieri Nicolò Odero della Foce di Genova nel 1899 per conto della Società Commerciale Italiana di Navigazione dell’armatore Raggio di Genova.

Prua verticale, due alberi, un fumaiolo.

Lo scafo era lungo 104,45 metri e largo 13,72. Pescaggio 6 metri.

Stazzava 4990 tonnellate lorde e 4048 nette. Di registro 3991 grt.

Era fornito di un motore a triplice espansione di 282 cavalli.

Velocità di crociera 10 nodi.

Nel febbraio del 1901, carico di zolfo siciliano per New York, un terribile fortunale con mare di prua colse per quaranta giorni la nave in mezzo all'Atlantico, costringendola a consumare tutto il carbone per non arretrare.

Dopo aver bruciato tutto ciò che vi era a bordo di combustibile, restando la nave a motore ormai spento in balìa del mare, l'equipaggio chiese l'abbandono nave.

Il comandante Cap. Stefano Zennaro di Pellestrina acconsentì: fece mettere le lance in mare ma rimase a bordo insieme al Secondo Ufficiale di Macchina Cap. Giuseppe Bacigalupi, allora di 29 anni, di Marola (Spezia) per difendere l'incolumità e la proprietà del piroscafo.

Lo prese a rimorchio il vapore inglese St. Simon ma, perdurante il fortunale, si spezzò il cavo di rimorchio ed il St. Simon si allontanò, incapace di tornare indietro.

Stessa sorte toccò con il vapore tedesco Helvetia alcuni giorni dopo.

Incitati ad abbandonare la nave, il Capitano ed il Secondo rifiutarono sempre.

Finalmente, dopo altri tredici giorni, abbonacciatosi leggermente il mare, a rimorchio della nave norvegese Juno riuscirono a rifugiarsi a salvamento nelle isole Barbados.

I due Ufficiali, rimasti a bordo a rischio della vita riuscirono così a portare la nave ed il carico  loro affidati a salvamento.

Per questo eroico gesto ricevettero dai Lloyds di Londra, assicuratori di nave e carico, una medaglia d’oro ed un premio in denaro. Anche l’armatore Raggio riconobbe loro un premio.

Dopo i lavori di riparazione alla nave essa riprese a solcare i mari: il Secondo Ufficiale Giuseppe Bacigalupi venne promosso Direttore di Macchina e continuò a navigare sulla Jupiter sino alla sua morte.

Il
15 marzo 1915 la nave venne venduta per la somma di £ 920.000 all’Officina del Gas di Bologna per l’approvvigionamento diretto del carbone inglese per produrre il gas della città.

Quando era libera da questo compito primario, navigava come cargo per il trasporto di merci varie.

Il 22 gennaio 1918, in viaggio da Rangoon a Malta, la
Andrea Costa venne sorpresa al largo di Marsa Scirocco a sud di Malta dal sommergibile austriaco (in realtà tedesco) U27, comandato dal Cap.
Josef Holub.

Silurata, la nave affondò.

Altra immagine della nave alla scheda 498B.
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Note integrate dal nipote del Cap. Giuseppe Bacigalupi, Dr. Mario Bianchi di Spezia.

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