La nave cisterna
Olterra
in manovra di accosto a stive vuote. Da notare alla mezzeria della fiancata
la bandiera italiana dipinta quando il paese era ancora neutrale, per
evitare siluri da parte dei belligeranti.
Venne costruita nel 1913 dal
cantiere Palmer’s Co. Ltd. di Hebburn-on-Tyne, Newcastle, Regno
Unito.
Varata il 22 maggio 1913.
Completata nel giugno 1913.
Scafo in acciaio.
Stazza 4973 tsl, 3004 tsn.
Portata lorda 8082 t.
Capacità di carico 4995 t.
Lunghezza ft 120,15 m.
Lunghezza pp 115,82 m.
Larghezza 16,05 m.
Immersione 8,83 m.
Paratie stagne longitudinali.
Dotata di corrente elettrica ed apparato radio.
Propulsione: 1 motrice a vapore a quadruplice espansione 4 cilindri Ø 510,
738, 1070
& 1550 x corsa 1145 mm.
Potenza 332 HP nominali.
Costruzione Palmer’s Co. Ltd., Newcastle.
Armatori:
1913 Deutsch-Amerikanische Petroleum Gesellschaft, Amburgo, filiale
della
Standard Oil Co. of New
Jersey (poi Esso Standard).
Porto di armamento Amburgo.
Bandiera tedesca.
Nome
Osage.
Capt. C. de Reese 1913.
1914 Standard Oil Co. of New Jersey (poi Esso Standard).
Assunta in proprio per evitare
il blocco delle navi tedesche.
Bandiera americana.
Porto di armamento
Nome
Baton Rouge.
Capt. Harrison 1916.
1925 European Shipping Co. Ldt. (A. Rapport manager), Londra.
Bandiera britannica.
Nome
Olterra.
1926 British Oil Shipping Co. Ldt., Londra.
Nome invariato.
1929 Andrea Zanchi, Genova. Porto di armamento Genova.
Bandiera italiana.
Nome invariato.
Venne utilizzata sulla rotta
tra Italia e Spagna.
1940 Il 10 giugno alla dichiarazione di guerra dell'Italia la nave si trova
nella baia di
Algeciras. Il comandante Domenico
Amoretti decise di autoaffondarla nei pressi
del porto per non fornire, in caso di
cattura, un mezzo efficiente al nemico.
Nel novembre del 1940 fu recuperata e
ormeggiata alla diga del porto di
Algeciras, a 6 miglia dal porto militare di
Gibilterra.
1942 Vista la posizione strategica vicino a Gibilterra, in primavera fu
deciso di fare i
lavori per riutilizzare la nave
come base segreta, così da prendere di sorpresa le
navi da guerra britanniche situate in
quella base navale. Nel maggio, d'accordo
conl'armatore, l'equipaggio venne
rimpiazzato da membri della Xª Flottiglia MAS
e da operai militarizzati che
modificarono lo scafo ed installarono nuove
apparecchiature giunte smontate
dall’Italia, tra le quali i siluri a lenta corsa
pilotati (SLC), i cosiddetti maiali. Modificata così, la
nave servì come appoggio
per le operazioni degli incursori per attaccare le navi in
rada, permettendo a vari
gruppi di effettuare una serie di operazioni coronate da
successo.
Alcune di esse:
1942 Nella notte dell' 11 luglio alcuni sommozzatori partirono dal piroscafo
verso la
spiaggia di Algeciras per
armarsi e ricevere l'indicazione degli obiettivi navali da
colpire. Dalla spiaggia
partirono con le mignatte. La missione ebbe successo con il
danneggiamento di 5 navi ma
alcuni sommozzatori furono scoperti e catturati.
1942 Fra il 13 ed il 14 vennero affondati 4 piroscafi per un totale di 10000
t.
1942 Il 5 dicembre dalla
Olterra
partirono alcuni sommozzatori per affondare le navi da
guerra
Nelson,
Formidable
e Furious:
scoperti la missione fallì con la morte di 3
militari italiani.
1943 L' 8 maggio in un attacco a Gibilterra vennero affondate le navi
Pat Harrison,
Mashud
e Camerata
(operazione BG6).
1943 Il 3 agosto in un attacco alla nave
Harrison Grey Otis,
il maiale condotto da
ErnestoNotari e Andrea Gianoli
a causa di un guasto meccanico si inabissò fino
a 34 metri di profondità. Il
Notari, stordito, riesce a riportare il maiale a galla.
Credendo morto Gianoli, riesce a rientrare
alla base. Gianoli, sbalzato dal siluro,
rimase in acqua per due ore prima di
chiedere aiuto sperando così di dar tempo
per una eventuale fuga del compagno. Catturato
dall'equipaggio della
Harrison
Grey Otis, venne portato a bordo. Poco dopo la mina
scoppiò arrecando gravi danni
alla nave.
Il Gianoli, rimasto illeso, venne portato
in un campo di prigionia in Inghilterra;
tentò per tre volte di fuggire, ma vi rimase fino
alla sua liberazione, avvenuta nel
1947.
1943 Il 24 agosto a Gibilterra vi fu un attacco alle navi alleate con
l'affondamento della
petroliera
Thorshøvdi
e dei piroscafi
Stanridge
e del già danneggiato
Harrison
Gray Otis.
1943 11 ottobre: con
l'armistizio dell'8 settembre 1943 cessarono tutte le operazioni
dall'Olterra
che venne rimorchiata a Gibilterra con il consenso delle autorità
spagnole. La nave rimase a
Gibilterra.
1945 Restituita all’Italia ed al suo armatore
Andrea Zanchi & Co. di Genova.
1946 Nel giugno le autorità britanniche consentirono ridotte riparazioni per
permettere
il suo rimorchio a Genova.
Questa operazione fu effettuata dal 23 luglio al 10
agosto 1946 dalla nave
Cervino,
anch'essa dell'armatore Zanchi, che stava
rientrando dall'Argentina, comandata dal
Cap. Giovanni Tanlongo.
Il Comandante D.M. Paolo Denegri di Camogli riportò,
dopo sei anni, la
Olterra
a Genova.
Portata in cantiere ai lavori,
riprese di nuovo a navigare.
1947 Stesso armatore
Andrea Zanchi & Co. di Genova.
Cambiato nome in
Emma.
1948 Stesso armatore.
Ripreso il nome di
Olterra.
1961 Dal 9 gennaio iniziarono i lavori di demolizione a Vado Ligure
(Savona).
Altre immagini della nave alle schede N°
975B e N°
976B. |