ARCHIVIO NAVI A VAPORE


 

974B.

OLTERRA
OSAGE
BATON ROUGE
EMMA


 
Epoca: anno 1940 Fotografo: sconosciuto

Origine: archivio

autore: Marcello Bozzo  NOTE:  bozzo@agenziabozzo.it

La nave cisterna Olterra in manovra di accosto a stive vuote. Da notare alla mezzeria della fiancata la bandiera italiana dipinta quando il paese era ancora neutrale, per evitare siluri da parte dei belligeranti.

Venne costruita nel 1913 dal cantiere Palmer’s Co. Ltd. di Hebburn-on-Tyne, Newcastle, Regno Unito.
Varata il 22 maggio 1913.
Completata nel giugno 1913.
Scafo in acciaio.
Stazza 4973 tsl, 3004 tsn.
Portata lorda 8082 t.
Capacità di carico 4995 t.
Lunghezza ft 120,15 m.
Lunghezza pp 115,82 m.
Larghezza 16,05 m.
Immersione 8,83 m.
Paratie stagne longitudinali.
Dotata di corrente elettrica ed apparato radio.

Propulsione: 1 motrice a vapore a quadruplice espansione 4 cilindri Ø 510, 738, 1070
                      & 1550 x corsa 1145 mm.
                      Potenza 332 HP nominali.
                      Costruzione Palmer’s Co. Ltd., Newcastle.

Armatori:

1913 Deutsch-Amerikanische Petroleum Gesellschaft, Amburgo, filiale della
         Standard Oil Co. of New Jersey (poi Esso Standard).
         Porto di armamento Amburgo.
         Bandiera tedesca.
         Nome
Osage.
         Capt. C. de Reese 1913.

1914 Standard Oil Co. of New Jersey (poi Esso Standard).
         Assunta in proprio per evitare il blocco delle navi tedesche.
         Bandiera americana.
         Porto di armamento
         Nome
Baton Rouge.
         Capt. Harrison 1916.

1925 European Shipping Co. Ldt. (A. Rapport manager), Londra.
         Bandiera britannica.
         Nome
Olterra.

1926 British Oil Shipping Co. Ldt.,  Londra.
         Nome invariato.

1929 Andrea Zanchi, Genova. Porto di armamento Genova.
         Bandiera italiana.
         Nome invariato.
         Venne utilizzata sulla rotta tra Italia e Spagna.

1940 Il 10 giugno alla dichiarazione di guerra dell'Italia la nave si trova nella baia di
        Algeciras. Il comandante Domenico Amoretti decise di autoaffondarla nei pressi
        del porto per non fornire, in caso di cattura, un mezzo efficiente al nemico.
        Nel novembre del 1940 fu recuperata e ormeggiata alla diga del porto di
        Algeciras, a 6 miglia dal porto militare di Gibilterra.

1942 Vista la posizione strategica vicino a Gibilterra, in primavera fu deciso di fare i
         lavori per riutilizzare la nave come base segreta, così da prendere di sorpresa le
        navi da guerra britanniche situate in quella base navale. Nel maggio, d'accordo 
         conl'armatore, l'equipaggio venne rimpiazzato da membri della Xª Flottiglia MAS
        e da operai militarizzati che modificarono lo scafo ed installarono nuove
        apparecchiature giunte smontate dall’Italia, tra le quali i siluri a lenta corsa  
        pilotati (SLC), i cosiddetti maiali. Modificata così, la nave servì come appoggio
        per le operazioni degli incursori per attaccare le navi in rada, permettendo a vari
        gruppi di effettuare una serie di operazioni coronate da successo.

        Alcune di esse:

1942 Nella notte dell' 11 luglio alcuni sommozzatori partirono dal piroscafo verso la
         spiaggia di Algeciras per armarsi e ricevere l'indicazione degli obiettivi navali da
         colpire. Dalla spiaggia partirono con le mignatte. La missione ebbe successo con il
         danneggiamento di 5 navi ma alcuni  sommozzatori furono scoperti e catturati.

1942 Fra il 13 ed il 14 vennero affondati 4 piroscafi per un totale di 10000 t.
        
1942 Il 5 dicembre dalla
Olterra partirono alcuni sommozzatori per affondare le navi da
        guerra
Nelson, Formidable e Furious: scoperti la missione fallì con la morte di 3
        militari italiani.

1943 L' 8 maggio in un attacco a Gibilterra vennero affondate le navi
Pat Harrison,
       
Mashud e Camerata (operazione BG6).

1943 Il 3 agosto in un attacco alla nave
Harrison Grey Otis, il maiale condotto da
         ErnestoNotari e Andrea Gianoli a causa di un guasto meccanico si inabissò fino
         a 34 metri di profondità. Il Notari, stordito, riesce a riportare il maiale a galla.
        Credendo morto Gianoli, riesce a rientrare alla base. Gianoli, sbalzato dal siluro,
        rimase in acqua per due ore prima di chiedere aiuto sperando così di dar tempo
        per una eventuale fuga del compagno. Catturato dall'equipaggio della
Harrison  
       Grey Otis
, venne portato a bordo. Poco dopo la mina scoppiò arrecando gravi danni
       alla nave.
       Il Gianoli, rimasto illeso, venne portato in un campo di prigionia in Inghilterra;
       tentò per tre volte di fuggire, ma vi rimase fino alla sua liberazione, avvenuta nel
       1947.

1943 Il 24 agosto a Gibilterra vi fu un attacco alle navi alleate con l'affondamento della
         petroliera
Thorshøvdi e dei piroscafi Stanridge e del già danneggiato Harrison
         Gray Otis
.

1943 11 ottobre: con l'armistizio dell'8 settembre 1943 cessarono tutte le operazioni
         dall'
Olterra che venne rimorchiata a Gibilterra con il consenso delle autorità
         spagnole. La nave rimase a Gibilterra.

1945 Restituita all’Italia ed al suo armatore
Andrea Zanchi & Co. di Genova.

1946 Nel giugno le autorità britanniche consentirono ridotte riparazioni per permettere
         il suo rimorchio a Genova. Questa operazione fu effettuata dal 23 luglio al 10
         agosto 1946 dalla nave
Cervino, anch'essa dell'armatore Zanchi, che stava
         rientrando dall'Argentina, comandata dal Cap. Giovanni Tanlongo.
         Il Comandante D.M. Paolo Denegri di Camogli riportò, dopo sei anni, la
Olterra
         a Genova.
         Portata in cantiere ai lavori, riprese di nuovo a navigare.

1947 Stesso armatore
Andrea Zanchi & Co. di Genova.
        Cambiato nome in
Emma.

1948 Stesso armatore.
        Ripreso il nome di
Olterra.

1961 Dal 9 gennaio iniziarono i lavori di demolizione a Vado Ligure (Savona).

Altre immagini della nave alle schede N° 975B e N° 976B.

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