Epoca della foto: anno 1900 c. | Fotografo: sconosciuto |
Origine: Archivio |
autore: Marcello Bozzo NOTE: bozzo@agenziabozzo.it
Nome | Erzherzog Ferdinand Max |
Tipo | nave corazzata da battaglia di 1ª classe |
Classe | Erzherzog Ferdinand Max |
Unità |
Erzherzog Ferdinand Max Habsburg |
Cantiere | Stabilimento Tecnico Triestino |
Impostazione | 6 maggio 1863 |
Varo | 24 maggio 1865 |
Completamento | 1866 |
Servizio | 1867 |
Dislocamento | normale 5.130 tonn. |
Dimensioni |
lunghezza f.t. 83,75 m. lunghezza p.p. 79,97 m. larghezza 15,96 m. immersione 7,14 m. |
Motore |
1 motrice alternativa a 2 cilindri orizzontali potenza 2.925 ihp 1 elica |
Velocità | 12,5 nodi |
Autonomia | n.d. |
Combustibile | carbone ? tonn. |
Protezione |
piastre di ferro cintura 120 mm. |
Armamento |
16 pezzi singoli canna liscia AH da 180 mm. / palla
da 48 libbre 4 pezzi singoli ad avancarica AH da 60 mm. / palla da 8 libbre 2 pezzi singoli ad avancarica AH da 47 mm. / palla da 3 libbre |
Equipaggio |
permanente effettivo 511 di complemento 1.022 |
Disarmo | 1900 |
Radiazione | 19 maggio 1886 |
Destino | demolita nel 1916 |
Note tecniche |
Progetto del Direttore delle Costruzioni Navali Joseph Von Romako. Scafo in legno ricoperto da lastre di ferro per tutta la sua lunghezza. In origine montava alberatura velica a nave (tre alberi a vele quadre) successivamente ridotta e poi abolita. Superficialmente somigliante al prototipo della prima nave corazzata, la francese Gloire, in realtà era concettualmente differente e realizzata con i principi costruttivi che avrebbero poi sviluppato le unità successive sino alla britannica Dreadnought che avrebbe segnato la svolta definitiva del concetto di nave moderna. |
Note storiche |
La corazzata KuK Erzherzog Ferdinand Max, come nave
dell'Ammiraglio Tegetthoff alla Battaglia di Lissa, ebbe un ruolo
determinante sul risultato dello scontro. Il 20 luglio 1866 Tegetthoff scagliò la sua nave ammiraglia Erzherzog Ferdinand Max prima contro l'ammiraglia italiana Re d'Italia, e quindi contro la Palestro. In entrambi i casi causò gravi danni. La Palestro perse un albero e una bordata lanciata dalla Erzherzog Ferdinand Max incendiò un deposito di carbone: il fuoco arrivò ai barili di polvere e alle 14:30 la Palestro esplose e affondò portando con sé tutto l'equipaggio ad eccezione di una ventina di marinai. La Re d'Italia, rimasta sola, venne circondata da quattro corazzate avversarie. Un colpo bloccò il suo timone e il comandante Faà di Bruno ordinò di fermare i motori per riparare l'avaria. Il comandante Sterneck della Erzherzog Ferdinand Max approffittò dell'occasione e ordinò di speronare la Re d'Italia, aprendo uno squarcio di 6 metri sotto la linea di galleggiamento. La Re d'Italia affondò nel giro di pochi minuti. Mentre la Erzherzog Ferdinand Max si allontanava, danneggiata dai tre attacchi di speronamento eseguiti, l'italiana RN Ancona strinse le distanze tentando di speronarla. Nell'eccitazione, i cannonieri italiani spararono una bordata a bruciapelo, dimenticando però di caricare le palle di cannone. Le riparazioni alla Erzherzog Ferdinand Max furono eseguite nel cantiere di Malta nel 1867. Il 19 maggio 1886 venne radiata. Dal 1889 al 1908 venne utilizzata come nave appoggio per la Scuola di Artiglieria. Venne demolita nel 1916. |
Didascalia | |
Foto | Altre immagini della corazzata KuK SMS Erzherzog Ferdinand Max alle schede 2127C, 2743C. |