ARCHIVIO NAVI DA GUERRA


 

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3699 C.

IMPAVIDO
1913
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Epoca: anno 1913 Fotografo: sconosciuto

Origine: Archivio

autore: Marcello Bozzo   NOTE:    bozzo@agenziabozzo.it

Nome Impavido
Tipo cacciatorpediniere dal 1913 al 1929
torpediniera dal 1929 al 1937
Classe Indomito
Unità Indomito
Intrepido
Impavido
Irrequieto
Impetuoso
Insidioso
Cantiere Pattison, Napoli
Impostazione 1911
Varo 22 marzo 1913
Completamento 1907
Servizio 1913
Dislocamento normale 672 tonn.
pieno carico 720 tonn.
Dimensioni lunghezza 73,00 m.
larghezza 7,30 m.
immersione 2,66 m.
Motore 2 turbine a vapore
4 caldaie
potenza 16.000 ihp
2 eliche
Velocità 30 nodi
Autonomia 1.440 miglia a 14 nodi
Combustibile carbone 95 tonn.
nafta 65 tonn. dopo la sostituzione delle motrici
Protezione //
Armamento 1 pezzo da 120 mm / canna 40 calibri
4 pezzi da 76 mm / canna 40 calibri
2 tubi lanciasiluri da 450 mm
Equipaggio 69 di cui 4 ufficiali e 65 tra sottufficiali e comuni
Disarmo nd
Radiazione 1937
Destino demolita
Note tecniche Questa classe, la cui realizzazione fu suddivisa tra i cantieri Pattison di Napoli e Orlando di Livorno, entrò in servizio tra il 1913 ed il 1914.
Furono i primi cacciatorpediniere italiani a montare turbine al posto delle motrici alternative sino ad allora usate.
Classe di unità dalle buone qualità nautiche, veloci e dotate di buon armamento, vennero prese a modello progettuale per le successive classi Pilo, Sirtori, La Masa e Generali.
Tutte sopravvissero alla prima guerra mondiale.
Ormai superate, nel 1929 vennero declassate a torpediniere.
Tutte furono radiate alla fine degli anni Trenta, ad eccezione della RN Insidioso che restò in attività sino alla sua perdita avvenuta durante la seconda guerra mondiale.
Note storiche Nel 1914 venne assegnata al comando della 2ª Squadriglia Cacciatorpediniere di Taranto, formata dai ct della sua classe.
All'entrata in guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915 fu trasferita a Venezia per appoggiare le truppe operanti su quel fronte.
Il successivo 3 luglio tutte le unità della classe vennero aggregate al 3° Gruppo della 4ª Divisione ed utilizzate in compiti di pattugliamento ed operazioni nella Flotta.
Nella notte tra il 5 ed il 6 luglio la RN Impavido e la propria
squadriglia salparono da Venezia per congiungersi con una squadra composta dal ct Bersagliere e dall'incrociatore Amalfi e procedere in forze ad una bonifica dell'alto Adriatico.
Prima di arrivare al punto d'incontro, il 7 luglio 1915 la Amalfi, giunta a 30 miglia al largo di Chioggia, venne centrata dal siluro del sommergibile tedesco U-26
che navigava sotto il nome di UB-14  operante con personale tedesco ma sotto bandiera austro-ungarica (la Germania non era ancora in guerra con l'Italia).
I compartimenti stagni dello scafo, adatti a resistere alle armi dell'inizio del secolo, risultarono inefficaci per il siluro tipo G.125 da 450 mm con carica da 140 Kg lanciato dal sommergibile. La nave affondò in dieci minuti perdendo 67 uomini dell'equipaggio.
Giunte sul posto, le unità di scorta non poterono fare altro che soccorrere i naufraghi.

Il 17 agosto 1915 la RN Impavido con altre unità diresse su Pelagosa, bersaglio di un bombardamento di unità navali austro-ungariche. Al loro arrivo la formazione nemica si era già allontanata.
L'8 giugno 1916 alle 19 l'unità salpò da Valona con l’esploratore Libia ed i ct Pontiere, Insidioso ed Espero, per scortare in Italia i trasporti truppe Romagna e Principe Umberto, che riportavano in patria il 55° Reggimento Fanteria composto da 2605 effettivi.
Sulla Principe Umberto vi erano fra truppe ed equipaggio 2821 uomini.
Poco dopo la partenza, giunto a quindici miglia a sudovest di Capo Linguetta il convoglio incrociò il sommergibile austroungarico U 5 che alla distanza di 1 km lanciò due siluri facendo saltare la poppa della Principe Umberto.
L'unità affondò in pochi minuti  trascinando con sé 1926 uomini. Solo 895 poterono essere salvati.
La caccia al sommergibile nemico risultò infruttuosa e la scorta non poté fare altro che soccorrere i naufraghi superstiti.
Il 25 giugno 1916 l'unità fornì appoggio ad una missione su Durazzo dei MAS 5 e MAS 7 che danneggiò seriamente il piroscafo Sarajevo di 1.111 tsl.
Il 24 dicembre 1916 fornì appoggio ai MAS 3 e MAS 6 in missione su Durazzo, interrotta per le lesioni prodotte allo scafo del MAS 6 dalla collisione con un relitto affiorante investito a 3 miglia dalla meta.
Il 15 maggio 1917 l'unità salpò da Brindisi insieme ad altre navi alleate per contrastare un attacco nemico agli sbarramenti del Canale d'Otranto. In quell'occasione la squadra ebbe un ingaggio con le
cacciatorpediniere austroungariche Csepel e Balaton. Il risultato fu il danneggiamento della Balaton e della RN Aquila che faceva parte della squadra alleata. Le unità austriache si disimpegnarono e lo scontro ebbe termine.
Il 16 luglio 1917 fornì appoggio ad un attacco di 18 aerei inviati a bombardare Durazzo.
Nel 1920 l'unità fu sottoposta ai lavori al termine dei quali l’armamento risultò composto da 5 cannoni da 102 mm, uno da 40 mm e 4 tubi lanciasiluri da 450 mm.
Nel 1929 fu declassata a torpediniera.
Radiata nel 1937, fu avviata alla demolizione.
Didascalia  
Foto Altra immagine del cacciatorpediniere Impavido alla scheda .

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